La prova decisamente insufficiente del “Paolo Mazza” di Ferrara contro la Spal, dove la Juve ha pareggiato 0-0, è stata accolta dall’intero popolo bianconero (giustamente) come una doccia fredda. Ma a tal proposito è doveroso fare una puntualizzazione: il pari di sabato scorso non è assolutamente figlio dell’assetto tattico. 4-2-3-1, 4-3-3 o qualsiasi altro sistema di gioco, non influiscono minimamente sul risultato finale, soprattutto quando si affronta un avversario, come successo con gli spallini, che corre il doppio a tutto campo, mostrando molto più dinamismo, intensità agonistica, garra e spirito d’abnegazione. La scarsa condizione atletica ha inciso pesantemente sullo stop in trasferta di Buffon e compagni, nonché una qualità di gioco complessiva tutt’altro che eccellente. Lo stesso dicasi per la prestazione offerta da calciatori come Pjanic, Dybala, Mandzukic e Higuain, dai quali, francamente, ci si attendeva molto di più. Dunque, la squadra di Leonardo Semplici ha ampiamente meritato di strappare un punto con laVecchia Signora. Ma i bianconeri, ad oggi, restano comunque al comando della classifica e, ad onor di cronaca, per tutti i catastrofisti cronici, Madama è incappata in questa battuta d’arresto dopo aver vinto le ultime dodici partite.
Tuttavia, ritornando sull’argomento Spal–Juventus, ci sarebbe da eccepire, anche se con il senno di poi è chiaramente assai più facile, sulla scelta iniziale di Massimiliano Allegri, che ha schierato dal primo minuto Chiellini, poi uscito a gara in corso a causa di un infortunio fortunatamente non grave. Visto e considerato il largo utilizzo del roccioso centrale toscano negli ultimi match e la sua carta d’identità oramai sempre più ingiallita, sarebbe stato opportuno, magari, impiegare Barzagli sin dal pronti via. A proposito di infortuni, purtroppo, si è fermato anche Alex Sandro in ritiro con la nazionale verdeoro. Per lui c’è un sospetto di lesione. Ora, però, subito dopo la ripresa, la Juve dovrà tenere l’acceleratore a tavoletta per conquistare i tre obiettivi sui quali è in corsa, a partire già da sabato 31 marzo con il Milan.
Il Milan sabato 31 marzo all’”Allianz Stadium” e il Real Madrid, martedì 3 aprile, sempre a Torino. Due supersfide dense di fascino, per tradizione e importanza. La squadra di Massimiliano Allegri arriverà rabberciata al big match contro i rossoneri, per via degli innumerevoli infortuni che stanno falcidiando l’organico. Alex Sandro, come sottolineato in precedenza, è l’ultimo in ordine temporale. L’incontro con un Milan rivitalizzato dalla cura Gattuso, in serie positiva da dieci gare, frutto di otto vittorie (cinque consecutive) e due pareggi, sarà un test irrefutabilmente probante per la Juventus, che non potrà più concedersi passi falsi sino al termine del campionato.
Altra storia, invece, l’andata dei Quarti di Finale di Champions League con il Real Madrid campione d’Europa in carica. L’urna di Nyon non è stata benevola con i bianconeri, e definire questa partita come una rivincita dopo la débacle di Cardiff, onestamente, sembra troppo riduttivo. In Liga i blancos non stanno incantando, anzi. Attualmente sono terzi in classifica con 60 punti, a 15 lunghezze dalla capolista Barcellona. Pertanto, per loro, il campionato è pressoché archiviato, salvo miracoli. Ma la Champions, come risaputo da anni, è tutto un altro mondo. Ronaldo e soci vivono questa competizione con uno spirito completamente diverso, poiché connaturata al loro DNA. La Juve affronterà questo big match senza gli squalificati Benatia e Pjanic e, probabilmente, non potrà contare nemmeno su Alex Sandro. Su Chiellini, invece, al momento permane un punto interrogativo. Zidane e i suoi vantano un potenziale offensivo stellare, di lignaggio mondiale, al contrario della difesa. Keylor Navas, infatti, quantomeno in Liga, ha raccolto il pallone dal sacco ben 33 volte. Segno tangibile di una terza linea e di una fase difensiva che lasciano parecchio a desiderare. Ed è proprio questo il tallone d’Achille che la Juventus dovrà sfruttare. La febbre per il finale di stagione sale vertiginosamente. E i tifosi juventini smaniano dal desiderio di gioire per l’ennesima volta.