Juve, da Monza a Monza: 5 immagini dimostrano che tutto è cambiato e lo scudetto è possibile
L’avvertimento è stato lanciato forte e chiaro da diverse settimane, ribadito contro il Monza, nel caso in cui qualcuno ancora non l’abbia capito. Non confondetevi, non siate ingenui se siete avversari: non credete che la Juventus sia la stessa dell’anno scorso. Il gioco è simile? Se segna a inizio partita poi abbassa il baricentro e accetta di difendere in area? Sì e ancora sì. E allora? Questa è la superficie e solo chi è pigro vi si ferma, senza provare a grattare e analizzare cosa c’è dietro.
Noi, invece, diciamo che questa è una Juventus radicalmente diversa da quella dell’anno scorso e per farlo portiamo le prove. In particolare, 5 immagini, fotografie di momenti, che avvalorano la nostra tesi e dicono che sì: la Vecchia Signora è una seria pretendente allo scudetto.
REAZIONE – Succede tutto nei minuti finali. Valentin Carboni pareggia al 92’, Gagliardini corre davanti a Rabiot e gli esulta in faccia. Il francese si imbizzarrisce, brucia la corsia di destra e serve a Gatti il pallone del 2 a 1. Una reazione di cuore, di anima. Cose che nella passata stagione non si sono mai viste, stagione durante la quale la Juventus prendeva un colpo, offriva l’altra guancia e poi si sdraiava comodamente al tappeto, in segno di resa. Ieri sera no, ha rialzato la guardia e il colpo del ko lo ha inflitto lei. Più di un cambiamento, una rivoluzione.
DA DI MARIA A GATTI – Ma come è arrivata questa rivoluzione? Ripartiamo dall’anno scorso: a Monza una delle gare peggiori di Di Maria con la maglia della Juventus, espulso per fallo di reazione. La Juventus alla ricerca dei leader tecnici ha fallito, tradita dalle sue figure apicali. E allora, pulizia: via Di Maria, via Bonucci. Adesso il gruppo è compatto, unito, insieme verso gli stessi obiettivi. C’è chi, al’interno, non gradirà le idee di gioco dell’allenatore? È molto probabile. Quello che è evidente è che, però, il singolo e il suo punto di vista viene messo dietro l’importanza del collettivo. Qui le radici della rivoluzione, quella che ti permette di avere carattere in campo, id poter reagire ai colpi. Così si tiene botta, senza fondamenta di crolla.
PAROLE CHIESA – E che qualcosa fosse profondamente diverso, rispetto alla stagione scorsa, lo aveva predetto Federico Chiesa. Parole semplici quanto chiare: “Oggi veniamo qui da secondi, dobbiamo portare a casa i punti, dobbiamo vincere”. Sembrerà scontato, sembreranno frasi fatte. No. Segnano una nuova consapevolezza, acquisita soprattutto dopo il pari contro l’Inter. Consapevolezza che appartiene alle grandi squadre e che, l’anno scorso, si traduceva troppo spesso in potenzialità inespressa.
PAROLE RUBATE A RUGANI – Il tappo è saltato, lo spogliatoio ha parlato chiaro. Prima Rabiot, poi Gatti: “L’obiettivo è lo scudetto”. E altrettanto chiare sono le parole rubate a Rugani dalle telecamere di Dazn, dopo il gol di Carboni: “Però non si butta via un campionato così”. C’è, dunque, l’idea di giocarsi il campionato e di farlo su ogni singolo dettaglio ed errore.
ALLEGRI – Lui no, non cambia, è sempre lo stesso. Pragmatico nel mettere in campo le sue squadre e nel decidere come farle giocare. Dal punto di vista dello spirito, però, è evidentemente diverso rispetto alla passata stagione. Si è ricaricato, sta dando tutto e chiede tutto ai suoi. Non lo dice, ma è evidente che ci crede: vuole fare lo scherzetto all’Inter. “Ti tiro un cazzotto, ti sfondo”. Ieri sera, ad avere la peggio, è stato l’amico e vice di sempre, Marco Landucci.