A sei udienze dal verdetto del prato, preliminari di Champions oppure fallimento anche del più piccolo obiettivo, la Juve si gioca tutto. «A ogni livello», usando le parole scelte da John Elkann per l’ultimo sfogo dopo la sconfitta di Napoli. «Sono arrabbiato e deluso», aggiunse il presidente di Exor, azionista di maggioranza del club. C’è in ballo il quarto posto, certo, con il pesante allegato dei 20 milioni garantiti dall’accesso all’Europa che conta. Questo è l’obiettivo di squadra, attraverso il quale – con le vittorie – il gruppo potrà ottenere anche lo scongelamento degli stipendi. Ma, guardando oltre, le ultime sei partite orienteranno anche il destino di diversi singoli: tra chi spera di andare al Mondiale, chi di conquistarsi la conferma, chi di non finire nella lista degli epurati, nello spogliatoio non c’è quasi nessuno che non sia in corsa per qualcosa.\r\nI nazionali, prima di tutto. La crisi della Juve trascina con sé anche quella dell’ItalJuve, il blocco bianconero (11 se non 12 potenziali azzurri) pensato da Lippi per il Sudafrica. L’allarme suona da mesi. «La difficoltà di alcuni giocatori è sotto gli occhi di tutti», ha detto di recente anche il presidente della Figc Giancarlo Abete. Non a caso, domani per Juve-Cagliari è in programma un nuovo check-up degli azzurrabili: all’Olimpico ci sarà Narciso Pezzotti, fido collaboratore del ct, se non Lippi in persona. L’allenatore che a Torino ha vinto 5 scudetti ha comunque rassicurato i senatori (Cannavaro, Camoranesi, Grosso, Iaquinta) reduci da una stagione travagliata. «Non scelgo in base all’età – ha spiegato sul sito web della Fifa – perché in un Mondiale non conta. Non ho bisogno di un gruppo di ventiquattrenni». Questa la chiosa: «Probabilmente per un’intera stagione farei scelte diverse, ma per sette partite in un mese non c’è problema».\r\nPuò dunque sperare pure Del Piero («Corro anch’io», spiegò), ma la rimonta è complicata. Come quella di Amauri, sedotto e (quasi) abbandonato: lunedì sarà finalmente italiano, ma rispetto a quando faceva gola al ct, autunno 2008, sono spariti i gol. Non un dettaglio, per un bomber: 8 centri in 15 mesi sono una miseria, specie adesso che è tornato Toni e cresciuto Borriello. L’ex rosanero è pure nella lista dei cedibili in caso di buone offerte. Quasi impossibile la rincorsa di Candreva, che spera nella conferma: in prestito dall’Udinese con diritto di riscatto della metà a 7 milioni, ha il futuro in bilico. Stesso discorso per Caceres, ora ai box, in prestito (riscatto a 11 milioni) dal Barcellona. Deciderà il nuovo allenatore: in pole resta Benitez (su Mancini e Prandelli), con l’entourage del quale proseguono i contatti in preparazione al vertice decisivo, previsto all’inizio della prossima settimana. La partita si gioca essenzialmente sulla buonuscita dai 4 anni di contratto residui con il Liverpool (4 milioni a stagione): nessuna delle due società è disposta a pagarla.\r\nA fine corsa, qualunque sia il nuovo tecnico, sembrano Cannavaro (in scadenza: futuro da dirigente?) e Paolucci (prestito dal Siena). Così come Trezeguet, uno degli ingaggi più pesanti (quasi 5 milioni) che la Juve vorrebbe dirottare altrove: Francia (Lione) o Brasile (Corinthians), anche a costo zero. Valigia in mano per Grosso, Grygera, Zebina (oltretutto in rotta con i tifosi) e Poulsen: hanno sei partite per far cambiare idea alla dirigenza. Tra i sospesi figurano Giovinco, che non trova spazio e ha buon mercato, e lo stesso Iaquinta, ancora cedibile a un buon prezzo, come De Ceglie. Infine c’è chi nel rush finale si gioca qualcos’altro: la reputazione. A Diego (ancora ko) e Felipe Melo resta un mese per scansare la nomination di flop dell’anno.\r\n\r\nCredits: La Stampa\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it