Juve-Bologna 3-0: stavolta praticamente tutti promossi, le pagelle con il giudizio di Dio.
SZCZESNY 6 – Sbadiglia stanco per tutto il primo tempo. Il nuovo giardiniere gli ha spostato la piccola biblioteca che aveva ai lati della porta e siccome la Juve era poco schiacciata indietro, non poteva nemmeno chiacchierare con Bonucci.
DANILO 6 – È impreciso: mescola Achille Lauro alle canzoni di Donatella Rettore e il risultato è un Frankenstein della (pessima) canzone italiana, senza capo né coda.
BONUCCI 6 – Dopo una chiacchierata con Daria Bignardi ha provato a leggere La terra dei figli, di Gipi; abbandona la lettura al minuto 16, evita di lanciare la palla in profondità e cancella il numero della donna, dalla sua facciata.
BREMER 6 – Il brasiliano, dopo l’esordio con la nazionale, continua a confondere i suoi alibi, le sue paure e le sue ragioni; ma si vede che deve ancora mangiare parecchio pane raffermo.
ALEX SANDRO 6.5 – È entrato al Carrefour ed ha fatto incetta di volumi speciali: la collezione Marvel di supereroi in (s)vendita a 3.99. Poi ha comprato un etto di Bologna, che non farà primavera, dopo questa prestazione.
MCKENNIE 6 – Un derviscio rotante e il Texano giocano alla stessa maniera; entrambi ti fanno venire il mal di testa. Ieri però è stato meno deleterio del derviscio.
CUADRADO 6 – Scende in campo a zoppo galletto e ovviamente gioca a marce ridotte; è in campo perché la settimana scorsa ha arato l’ippodromo privato di Allegri.
LOCATELLI 6 – Si ferma a osservare spesso gli altri giocare, le navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, i raggi B balenare nel buio dalle parti dell’aria avversaria; e poche volte, il pallone.
MIRETTI 6 – Dopo l’errore con la Salernitana e quello con il Benfica torna a servire gassosa sgasata nel bar gestito da Arrivabene, sul lungomare, a ridosso dell’Ilva di Taranto.
RABIOT 6.5 – Rimasto a Torino per la pausa nazionale, ha lavorato alacremente come giardiniere nella villa di Agnelli. Oltre a ridipingere la staccionata si è anche divertito a scolpire le siepi con le forbici.
DE SCIGLIO 5.5 – Deleterio anche quando ordina al ristorante il cocktail cedrata e Aperol.
KOSTIC 7 – Prima di scendere in campo si nutre con un panino salame piccante e galbanone affumicato e nel primo tempo mette la freccia. Non appena lo brucia, di modo che non possa ingrassare, la Rossana Lambertucci della panchina lo sostituisce.
PAREDES 5 – Il taglio di capelli è improponibile. Nemmeno Loretta Goggi o Enrica Bonaccorti dei bei tempi potevano permetterselo.
MILIK 7 – Corre e si impegna; per fortuna la collezione dvd dei telefilm di Furia, con la sigla cantata da Mal, consigliatagli dall’allenatore, non era disponibile in “Amazzonia”.
KEAN S.V. – Entra nel momento del trenino alla festa. In testa o in coda è lo stesso.
VLAHOVIC 6.5 – Abile nel discorrere con gli avversari, quando è accompagnato da un compagno, riesce a esprimere con più chiarezza le proprie idee; eppure l’equazione di primo grado a due incognite che gli ha chiesto di risolvere Allegri, per il figlio che frequenta il Liceo scientifico, non riesce nemmeno con l’aiuto di Bonifazi.
ALLEGRI 6 – La sfanga anche lui, ma solo perché durante la sosta ha potuto ripassare l’uomo che sussurrava ai cavalli; che poi anche il tifoso più sgamato lo sa: Allegri conosce 3 accordi e solo di rado li arrangia bene.
TENET IN THE DARK – Ci si ferma a osservare i millimetri, poi saranno i micron. Pare che in un futuro non lontano la regola del fuorigioco cambierà ancora: si leggeranno i tracciati mentali degli attaccanti e si capirà se saranno scattati prima o dopo il lancio del compagno.