Juve-Benfica 1-2: i bianconeri alzano bandiera bianca, è una disfatta totale e siamo a solo un mese dall’inizio della stagione.
PERIN 7 – Si comporta come un piano di Diabolik, preciso e sempre nel posto giusto. Questa volta però i Ginko portoghesi lo incastrano con un 1-2 malefico e le porte del carcere si avvicinano.
BREMER 5 – Il miglior difensore del campionato scorso è sembrato impegnato nella lettura di Twilight. Vampiri vegetariani, storielle adolescenziali, panini col wurstel ketchup e maionese e imbarazzi da manga per femminucce (senza essere sessista). Girava a vuoto come un cacciatore di farfalle.
BONUCCI 4.5 – In una serata come questa ci si aspettava di più dal capitano; era timido e impaurito come l’uomo ragno che deve tenere nascosta l’identità segreta: perché Mary Jane non mi ha telefonato? E zia May avrà scoperto che sono Spider Man? Supercapitani con superproblemi.
DANILO 5 – Canticchia una rotonda sul mare. L’estate ha lasciato ancora strascichi e pensa alle serate ad Ipanema, alle chiappe delle turiste, alle grigliate di aragoste e ai tornei di beach Volley che ha vinto, sotto l’occhio di Edmundo, O’Animale.
CUADRADO 4 – Imbarazzante come Kiavik: epigono di Diabolik, Kriminal e supereroe dei bassifondi. Sbaglia sempre la scelta. E pensare che altri, migliori di lui non sono stati rinnovati.
DE SCIGLIO 6 – Entra con un buon piglio. Dopo la settimana a casa Allegri, come uomo delle pulizie, prova a scendere in campo con la scopa, il secchio e lo spazzolone. Fortuna che Matteo Fabris gli ricorda che deve giocare a calcio.
MCKENNIE 5 – Gira a vuoto come Alien Warfare di Netflix, in cui non si capisce perché sia stato acquistato.
PAREDES 5 – La serie di Sandman non è male; eppure la voce del protagonista che vorrebbe essere cavernosa, risulta antipatica. 1 voto in meno solo per questo.
MIRETTI 6 – Sfortunato come chi ha prodotto un film nel 1999. Tra la sottile Linea rossa, la vita è bella e il soldato Ryan, vince Shakespeare in love, di John Madden che né prima né dopo, né in questo ne ha mai azzeccata una.
DI MARIA 6.5 – Il Walter Brennan della Juve: tre premi oscar come attore non protagonista. E alla fine se dipendiamo solo da lui, la dirigenza qualche domanda dovrebbe farsela.
KOSTIC 6 – È come una canzone dei Ramones. 4 accordi, ma li arrangia molto bene. Peccato che manchino un bassista, un batterista, un cantante, un produttore, le groupies, i supporters, i fans, il vinile, il cd, la cassetta e anche il mercato discografico.
KEAN 6 – Per una volta si concentra sulla partita invece che sul torneo di tressette a Settimo Torinese con trasferta a Piovarolo.
MILIK 7 – Siccome tirava troppo in porta Allegri lo sostituisce (dobbiamo essere brutti e perdenti, altro che bellini, il compositore). Dopotutto, visto che domenica non potrà giocare, sarà a casa dell’allenatore a cucinare fagioli e cotiche per tutta la dirigenza.
FAGIOLI 6 – È come la sceneggiatura di Pirati dei caraibi 7: si vuole riconquistare il centrocampo, dopo averlo regalato agli avversari, con indifferenza, per tutta la partita; così da riprendere il giro palla, in cerca del buco.
VLAHOVIC 4.5 – È come la nebbia nel film di Totò: c’è ma non si vede. Altroché.
ALLEGRI 4 – Problema di comunicazione. Nemmeno la lettura ad alta voce di tutti i suoi libri funziona: Max e la difesa filosofale, Max e la difesa dei segreti, Max e la difesa di fuoco, Max e la difesa della Fenice, Max e i Doni della difesa. Se si difende sulla linea di porta, solo per fare uno sgarbo ad Adani, alla fine il gol lo si prende. Nel frattempo, negli ultimi 15 mesi, i tifosi si sono recati in pellegrinaggio al circo, all’ippodromo, al cinema e a teatro (manca solo Lourdes ma preferisco evitare la blasfemia): ma lui non ci sta capendo niente. Predicare la calma a chi gioca senza riuscire a vincere un contrasto, significa tagliare la vite fresca e non quella secca. Giovanni Drogo tornò dalla Fortezza Bastiani a casa e non riconobbe nulla. Allegri non sa dove va il calcio e nemmeno vuole andarci.
TENET IN THE DARK – L’anno scorso Allegri non aveva capito che i cambi erano 5. La difesa dei suoi fan era: chi fa entrare, non c’è nessuno in panchina. Poi le ultime 4 partite le ha giocate Miretti (la Salernitana non mi sembra abbia fatto entrare Messi, Ronaldo e Lewandowski).
Il tifoso ce l’aveva con Dybala che non segnava mai nelle sfide decisive (Barcellona 2, Tottenham 1, Bayern Monaco 1), adesso sembra avercela con Vlahovic. Forse il problema è differente, visto che i giocatori che vanno via, altrove, riprendono a correre e non a cincischiare?