Brusca frenata e brutto passo indietro per la Juventus nel secondo turno di Champions contro il Barcellona: 0-2 il risultato finale all’Allianz Stadium di Torino. Già in avvio di gara i segnali sono tutt’altro che positivi, basti pensare al palo clamoroso di Griezmann che fa tremare l’undici di Pirlo. Juve precipitosa, frettolosa, estremamente imprecisa e, soprattutto, mai e poi mai lucida nell’organizzazione della manovra offensiva, in particolar modo negli ultimi 15-20 metri. In fase di non possesso il pressing è disarmonico, effettuato con i tempi sbagliati, tanto da far allungare troppo la formazione allenata da Andrea Pirlo, così come nei tentativi di riaggressione.
Di fronte un Barça padrone assoluto del campo, costantemente con il pallino del gioco in mano, abilissimo nel palleggio, un possesso ipnotico, armonioso, assai fluido, snervante e frustrante per la Vecchia Signora, come se il pallone fosse custodito in un caveau. Nella fase di non possesso, Azulgrana pronti a chiudere tutti gli appoggi, pressando con intelligenza e acume, seppur all’inizio concedendo qualcosa dietro. Il vantaggio catalano giunge in modo piuttosto fortunoso, per opera di un tiro firmato Dembélé che si insacca alle spalle di Szczęsny grazie a una deviazione, ma la squadra di Koeman crea svariate occasioni da gol e macina gioco in quantità industriale. Due gol annullati a Morata nei primi quarantacinque minuti per fuorigioco, però questo non giustifica affatto la scialba prestazione fino all’intervallo. Nella ripresa il copione non cambia, Madama volenterosa ma sterile nelle trame offensive, anche a causa di parecchi errori tecnici e scelta del timing nelle giocate del tutto errata. Catalani sempre più autoritari nel comandare la partita, con eccelsa qualità e spiccata personalità, specie nella terra di mezzo. Nel frattempo, terzo gol annullato tanto per cambiare al solito Morata che sarebbe valso l’1-1, ma i campioni d’Italia non pungono con grandissima convinzione. Poi, dopo aver gettato alle ortiche altre palle-gol, ecco il 2-0 su rigore trasformato da Messi, penalty procurato da un intervento a dir poco scriteriato commesso da un subentrante Bernardeschi che, in questo preciso momento della stagione, nuoce gravemente alla salute della Vecchia Signora, un elemento che, ad oggi, purtroppo, fa più danni della grandine.
Chiusura di match in dieci uomini per i Bianconeri, perché Demiral va a finire sotto la doccia anzitempo per somma di ammonizioni. Rispetto alla prova di Kiev contro la Dinamo, e anche in confronto a quella di Torino in campionato con il Verona, la Juventus è regredita proprio sul profilo del gioco. Inoltre, tardive e per niente incisive le sostituzioni di Andrea Pirlo, che non hanno sortito l’effetto desiderato. Ovvio, nulla è perduto, poiché il cammino verso gli Ottavi è ancora lungo. Al momento, però, Madama è immatura, dal rendimento ondivago, distante anni luce dall’essere una macchina perfetta. Risibile condannare l’allenatore già da adesso, ma è doveroso migliorare in fretta e in furia sotto ogni singolo aspetto. Occorre armarsi di santa pazienza, sì, la virtù dei forti. E i frutti, pian piano, si raccoglieranno.