Juve, altro che Thiago Motta: spunta Mazzarri come prossimo allenatore | “Più adatto alla difesa a 3”
Mazzarri è un profilo adatto alla panchina della Juventus, può valorizzare l’organico puntando su una difesa a tre
Manca circa un mese al termine della stagione per la Juventus che è ancora in corsa per due obiettivi. Partiamo dalla Coppa Italia dove è atteso dal ritorno della semifinale all’Olimpico contro la Lazio, con un doppio vantaggio da gestire nei prossimi novanta minuti per giocarsi un trofeo che manca in bacheca da tre anni.
Ma è la qualificazione alla prossima Champions League il traguardo da raggiungere ad ogni costo per poter progettare al meglio l’annata a seguire, che coinciderà con il ritorno in Europa e con la partecipazione alla prima edizione del Mondiale per club.
Terzo posto momentaneo in classifica e il fatto che saranno ben cinque le squadre italiane a partecipare alla massima competizione europea tranquillizza tutto l’ambiente, dato che la flessione dell’ultimo periodo ha reso un obiettivo che era alla portata non più così scontato da ottenere.
Molto probabile che ad allenare i bianconeri non sarà più Max Allegri. La sua seconda parentesi a Torino è stato meno fortunato della prima e sembra giunta al termine dopo tre anni senza vittorie.
Due nomi in lizza per la panchina della Juve, non solo Thiago Motta
Il favorito a prendere il posto del tecnico livornese è Thiago Motta, vicino all’impresa di qualificare il Bologna alla Champions. Con l’azzurro sarebbe una rivoluzione anche tattica data la volontà del giovane mister di portare avanti una proposta di calcio offensiva.
Nel caso del suo arrivo ci sarebbe anche un cambio di modulo con il ritorno alla difesa a quattro mentre nel segno della continuità sarebbe l’eventuale arrivo di Walter Mazzarri, desideroso di rifarsi dopo la sfortunata esperienza a Napoli, conclusa con l’esonero.
Pregi e difetti del modo di allenare di Mazzarri, sarebbe il nome giusto per la Juve?
Mazzarri è stato tra i primi in Italia a proporre la difesa a tre con cinque centrocampisti e due esterni di spinta. Memorabile la salvezza ottenuta con la Reggina partendo con oltre 10 punti di penalizzazione.
A Walter va sottolineata la capacità di una duttilità tattica che è in grado di apportare sulla base della squadra che si è trovata ad allenare ma la sua idea di calcio sembra non al passo con i tempi, tanto da risultare nella parabola discendente della sua carriera da allenatore.