Puoi pure fantasticare, dopo una notte così: «Non vogliamo illudere nessuno, ma per gli obiettivi più alti sognare non è vietato. Se ci tolgono anche i sogni, siamo morti». Anche se ti chiami Antonio Conte, e solitamente ti cibi di lavoro, sudore e umiltà: «Ci meritavamo una serata così».\r\nL’euforia dura il tempo delle chiacchiere, se a fine conferenza stampa pare già l’alba: «Siamo una grande squadra? Rimaniamo degli studenti, che hanno intrapreso un percorso e la partita con il Milan ha dimostrato che il percorso è giusto». Non resta che camminare, con i soliti mezzi: «Un percorso fatto di voglia, di determinazione, di sacrificio. Perché sappiamo che per vincere queste partite, bisogna essere squadra: e si è visto che il talento si è messo servizio della squadra, appunto».\r\nDev’essere proprio una notte miracolosa, se anche la voce gli funziona abbastanza, e non è ridotta a un filo consumato dagli strilli, come le altre volte: «Merito del miele», sorride il tecnico bianconero. Urlacci li ha dovuti fare solo a partita in corso, non all’intervallo, perché tutto filava: «Ho lasciato i ragazzi tranquilli, e ho solo detto loro di continuare a correre. Perché per questo ci alleniamo, tutta la settimana, e non c’era motivo di smettere». Sono arrivati i gol, ma non per questo la Juve è diventata una big: «È troppo presto – riprende Conte – perché sappiamo che se avessimo fallito la partita contro il Milan, ci sarebbe stato il tiro al bersaglio, questo è fuor di dubbio. L’abbiamo vinta, ma per noi non deve cambiare niente, perché la strada è ancora lunga».\r\nE vai con il manuale: «Il lavoro è la base di tutto, i tifosi hanno avuto troppe illusioni in questi ultimi anni e io, assieme ai miei calciatori, di promesse non ne voglio fare. L’unica, è che ci impegneremo per cercare di tornare a essere competitivi quanto prima, perché la Juve, comunque, deve tornare nel gotha del calcio». Ma fine delle feste, per ora: «Una serata così ce la meritavamo, e faccio i complimenti ai ragazzi, e al pubblico, che è stato grande. Punto e a capo, però. Prepariamoci per il Chievo». La sfida ha anche rincollato gente sballottata da periodi complicati, come Chiellini: «S’è allenato con grande impegno, e cattiveria, sennò non avrebbe giocato. Non regalo nulla, io. È stato bravo, per me è super affidabile». Se da terzino o da centrale non lo vuol dire in una notte così: «Mi godo questa vittoria, dico solo che può essere un’alternativa, sulla sinistra».\r\nA gennaio, in ogni caso, potrebbe arrivare altro sigillante. Del resto è un piano già avviato negli ultimi giorni di mercato estivo e che verrà concluso allo shopping invernale. L’articolo, già opzionato, è Luiz Rhodolfo Dini Gaioto, per tutti Rhodolfo, 25 anni, brasiliano, difensore del San Paolo. Ci fossero stati i supplementari per le trattative agostane, forse sarebbe bianconero da un paio di mesi. Lo dovrebbe essere con l’arrivo del 2012.\r\nNelle ultime settimane, Beppe Marotta e Fabio Paratici hanno tenuto annodati i colloqui: presto annodata l’intesa con il giocatore, restava da limare quella con il club, che non volle mollare il difensore nel bel mezzo del campionato. Che a dicembre sarà invece chiuso, potendolo liberare. Darà una mano, ad afferrare i sogni.\r\n\r\nCredits: La Stampa\r\nFracassi Enrico