Jacobelli: “La prescrizione non fa onore all’Inter”
Archiviare un procedimento per prescrizione non significa emettere una sentenza di assoluzione. Significa che non si può agire contro i tesserati al centro della vicenda perché è trascorso il tempo massimo previsto dalla legge sportiva per accertare la verità ed eventuali responsabilità. Ecco perchè, la decisione presa dal Procuratore della Figc, Stefano Palazzi, suona prima di tutto come una bruciante sconfitta per la giustizia sportiva, incapace di agire con rapidità ed efficacia e la prima società a dolersi di questo esito dovrebbe essere proprio l’Inter, anche per salvaguardare la figura e la memoria di Giacinto Facchetti. Contro di lui, negli ultimi due anni si è scatenato un violentissimo tiro al bersaglio, reso ancora più insopportabile dal dolore per la sua scomparsa e dall’evidente impossibilità di difendersi. In attesa di conoscere nel dettaglio le motivazioni del provedimento di Palazzi, che il 5 luglio verranno distribuite ai ventisette consiglieri federali, chiamati il 18 luglio a pronunciarsi sulla revoca dello scudetto 2006 assegnato a tavolino ai nerazzurri.\r\n\r\nIn un Paese normale, dopo che è stato perso tutto il tempo necessario per fare luce a 360 gradi sul più grave scandalo nella storia del nostro calcio, il presidente della Federcalcio e, a ruota, i principali responsabili del sistema della giustizia sportiva o dovrebbero essersi già dimessi o dovrebbero essere mandati a casa con la preghiera di sparire per sempre dal calcio. Siccome questo non è un Paese normale, non succederà nulla. Come se non fosse risaputo che per mesi e mesi le nuove intercettazioni prodotte dalla difesa di Moggi al processo penale di Napoli, hanno preso polvere dentro il Palazzo del pallone. Come se non fossero trascorsi 1 anno, 1 mese e 20 giorni dal giorno in cui la Juve ha presentato il suo ricorso. Come se si facesse finta di non sapere e di non capire che il Sistema Calcio Italia è credibile soltanto se la sua giustizia funziona e non dorme. Come se fosse stato normale che 42 fra tesserati ed ex tesserati squalificati con proposta di radiazione abbiano dovuto attendere 5 anni per vedersi radiati.\r\n\r\nE meno male che, nell’aprile 2010, Abete sentenziò: “L’etica non va in prescrizione”. E’ la prescrizione che l’affossa.\r\n\r\nDi Xavier Iacobelli per Quotidiano.net