Italia, troppi fantasmi per non distrarsi

Di Roberto Beccantini (La Stampa)
Vero, si parla poco, troppo poco, di Georgia-Italia e Italia-Bulgaria, tappe cruciali verso i Mondiali, ma se il ct non convoca Cassano, uno dei giocatori più in forma del periodo (e non solo del momento), e Cannavaro, il capitano azzurro, invita Santon a lasciare Mourinho, di che cosa dovremmo parlare? Gli azzurri sono quarti nella classifica Fifa, e i georgiani, allenati da Cuper, occupano addirittura il 112° posto. Per Cassano, la cui qualità farebbe oggettivamente comodo, vale la legge Beccalossi, promulgata da Bearzot in tempi non sospetti, e per la quale si beccò insulti persino dalle tifose: il gruppo è sacro e le risorse non mancano.

Altra storia, Santon. Come Mancini lanciò Balotelli, così Mourinho ha lanciato il terzino sinistro, non più titolare nemmeno dopo la partenza di Maxwell. Nel derby, l’Inter aveva in campo undici stranieri; a Roma, la Juventus ha schierato sei italiani. Accusare Lippi di «juventinità» fa sorridere: è manifesta e, a naso, abbastanza obbligata. Con l’eccezione Cassano. Nello stesso tempo, Cannavaro avrebbe potuto risparmiarsi un’uscita del genere proprio alla vigilia di uno snodo così delicato: soprattutto se si pensa al modo poco elegante in cui mollò l’Inter. Mourinho non è un pirla: ha studiato l’italiano e gli italiani.

Ricapitolando: in assenza di uno scandalo che compatti e isoli l’ambiente, si cercano alternative all’altezza. Con Cassano, sarebbe banalmente la Nazionale di tutti. Senza, è la Nazionale di Lippi. Santon è il veleno sulla torta, un’esigenza e un’ingerenza, se non, come mormora qualche Piave, un’allucinazione della critica (il ragazzo non sarebbe poi così bravo). I Mondiali sono lì, sospesi fra gli interisti Cuper e Mourinho, dietro a un fruscìo di fantasmi (Cassano, Totti, Del Piero). La trasferta di Tbilisi è meno comoda di quanto si possa immaginare. Ma non è colpa solo dei giornalisti, che di colpe ne hanno tante, se la Georgia non sequestra il centro del quadro: e Lippi lo sa.