Intervista esclusiva a Massimiliano Marchio, istruttore giovanili FC Juventus

Abbiamo intervistato in esclusiva Massimiliano Marchio, istruttore tecnico delle giovanili della Juventus, attualmente allenatore degli Esordienti

massimiliano-marchioOggi per Juvemania.it intervistiamo Massimiliano Marchio, un passato da giocatore della Juventus dai Pulcini fino alla Primavera, un esordio con la Juventus di Marcello Lippi in Coppa Italia e poi una buonissima carriera fra serie D e Lega pro. Laureato in scienza motorie e con patentino di allenatore Uefa B. Oggi allenatore delle giovanili della Juventus classe Esordienti FB 2003.\r\n\r\n1 – Ciao Massimiliano e intanto grazie per la disponibilità. Intanto volevo chiederti: sono rimasto estremamente colpito da un tuo racconto su una giornata ”tipo” da allenatore delle giovanili della Juventus, potresti riassumermi quel tuo pensiero per i nostri lettori?\r\n\r\nPreferirei non rivangare un episodio in particolare come quello, vorrei limitarmi a dire che in più di una occasione i giocatori che alleno sono stati oggetto di scherno e insulti; considerato che siamo in Italia e che rappresentano la Juventus non ci sarebbe nulla di particolare se non fosse che i giocatori in questione sono bambini di 11 anni.\r\n\r\n2 – In quel famoso discorso parlasti di genitori-tifosi di due squadre di seria A ed io stesso sono stato testimone di un episodio imbarazzante dove alcuni genitori-ultras proprio di una di queste due squadre (curioso) entrarono gratis con prepotenza in un torneo in cui giocava uno dei miei figli, con la motivazione che venivano da lontano e avevano già speso troppi soldi per il viaggio. Il biglietto costava poi 5 euro. Beffa delle beffe per non aver problemi con la SIAE gli si è dato pure il biglietto senza pagare. Ma non ci dovrebbe essere un codice comportamentale per i genitori almeno nelle squadre professioniste, io sapevo che Torino e Juventus una volta lo avevano è ancora così o no? Che genere di provvedimenti prende la Juventus contro i genitori-ultrà?\r\n\r\nNelle squadre professioniste è più raro trovare un genitore che vada fuori dal seminato; sanno che se sgarrano i loro figli possono essere allontanati ed è la società ad avere il coltello dalla parte del manico. Quando siamo ospiti di amichevoli nei centri sportivi di club professionisti, davanti ai loro responsabili, tutti hanno un atteggiamento cordiale e corretto, le cose ahimè cambiano quando si tratta di realtà dilettantistiche o di tornei.\r\n\r\n3 – All’assemblea degli azionisti il Presidente Agnelli ha detto che la Juventus è attaccata da tutti perchè è antipatica. Io credo che il Presidente, di cui ho grande stima, in quest’occasione, abbia esageratamente minimizzato. Credo che la Juve sia odiata che è peggio di essere antipatica. Perchè l’odio genera violenza. Credi che la Juventus faccia bene a usare un basso profilo in queste occasioni o pensi come chiedono molti tifosi che dovrebbe essere più incisiva in difesa di se stessa?\r\n\r\nCredo che sia giusto smorzare i toni e mantenere un profilo basso. Magari condannare, ma non rispondere alle provocazioni. Siamo la Juve dobbiamo fare la differenza dentro e fuori dal campo.\r\n\r\n4 -In tutto questo clima quanto ha influito Calciopoli?\r\n\r\nEro da poco uscito dalla Primavera ai tempi dei fatti. Eravamo già antipatici prima di Calciopoli, ma soprattutto le campagne mediatiche a seguito, hanno amplificato questo sentimento.\r\n\r\n5 – Sai che ho lanciato una petizione-provocazione perchè la Juve abbandoni il campionato italiano per un campionato estero. Aldilà del fatto che sia fattibile o meno, perchè all’estero non sono così malati di moviole e perchè in Italia solo quando si perde (a tutti i livelli dai giovani alla serie A) è sempre o per colpa dell’arbitro o per colpa dell’inettitudine del proprio mister? E’ proprio così dura per l’Italiano medio accettare la sconfitta di fronte a un avversario che è stato più bravo?\r\n\r\nIn Italia non esiste cultura sportiva, se perdi devi sempre badare a giustificare perché ti senti in difetto; il guaio è che i bambini assorbono le cattive abitudini dei loro educatori. Ho visto bambini perdere con dieci gol di scarto e dire che è colpa dell’ arbitro, non mi fa sorridere, mi mette tristezza\r\n\r\n6 – Passiamo alle non professioniste. Non so se hai letto di quel genitore di un bambino dei Pulcini che ha sparato alle serrande del negozio di un proprio dirigente perchè il figlio giocava poco; questo è avvenuto a Settimo Torinese. In puglia invece la settimana scorsa sempre un genitore ha invaso il campo e picchiato un arbitro di 17 anni. Tutto questo viene minimizzato ma succede ogni Domenica. Sempre qui in Piemonte un arbitro sempre di 16-17 anni è dovuto fuggire fra il primo e il secondo tempo durante una partita del campionato Giovanissimi. Cosa possono fare le società dilettantistiche per arginare questo fenomeno\r\n\r\nE’ il discorso di prima rovesciato. Nelle società dilettanti i genitori pagano per iscrivere i bambini alla scuola calcio e si sentono in dovere di dire e fare qualsiasi cosa. Ma non è solo questo. Per i propri figli si farebbe di tutto, ma bisogna capire che un eventuale fallimento calcistico non è un fallimento nella vita.\r\n\r\n7 – Quanto è difficile per voi istruttori educare i genitori?\r\n\r\nDa noi è più facile c’è una società forte alle spalle, altrove penso sia molto difficile.\r\n\r\n8 – Educando i ragazzi al rispetto delle regole e al fair play quanto si perde del lavoro svolto da voi in campo quando poi il ragazzo va a casa e trova un genitore-ultras?\r\n\r\nSicuramente può complicare il nostro lavoro. Il tempo che il ragazzo passa a casa è superiore rispetto a quello che passa con noi, credo però che l’ allenatore possa incidere.\r\n\r\n9 – Come uscire da tutto questo Max se è possibile uscire da tutto questo?\r\n\r\nNon lo so se è possibile. Come detto gli educatori possono incidere nel creare dei futuri adulti con una maggiore cultura sportiva, ma se penso a con chi e che cosa i ragazzi si relazionano all’ esterno dell’ ambiente sport ( e non parlo solo di genitori ), non mi sento ottimista.\r\n\r\n10 – E veniamo anche alla parte ovviamente positiva del tuo lavoro: i ragazzi. Cosa vuol dire per te poter esser un istruttore dei ragazzi della Juventus?\r\n\r\nHo sempre avuto il pallino di allenare, inizialmente pensavo agli adulti, poi mi sono innamorato del calcio giovanile. Poter svolgere questo mestiere alla Juventus e con ragazzini di qualità…beh è un privilegio.\r\n\r\n11 – Quanto siete preparati per poter allenare dei giovani. Intendo vorrei sapere se c’è una preparazione specifica o basta essere un ex calciatore per cui si può allenare dei bambini delle scuole calcio?\r\n\r\nPer lavorare in Juventus, anche nell’ attività di base, bisogna aver conseguito il patentino da allenatore Uefa B, molti di noi sono laureati in Scienze Motorie e quasi tutti hanno avuto esperienze lavorative con i bambini, non è obbligatorio aver giocato a livello altissimo, ovviamente sto parlando di scuola calcio. Ah dimenticavo spogliarsi di ogni ambizione di carriera.\r\n\r\n12 – So che tutti si aspettano che io ti chieda se ”sogni” di trovare il nuovo Messi o il nuovo Del Piero in realtà io ti chiedo una cosa molto più interessante secondo me. Come si fa a dire a dei ragazzi che hanno giocato magari diverse stagioni nelle giovanili della Juventus che non sono più all’altezza di restare e devono trasferirsi? Non è un colpo molto duro anche se è una selezione naturale. Vi avvelete di personale specializzato per questo?\r\n\r\nNo nessun personale specializzato solo i responsabili e gli allenatori. Non bisognerebbe viverla come una tragedia e poi la storia del calcio è piena di “scartati” di successo. Detto questo è sicuramente un momento difficile, il genitore ti guarda come un nemico e non capisce che se la società ritiene non pronto un ragazzino che hai allenato magari per due anni, il primo a sentirsi sconfitto è l’allenatore stesso.\r\n\r\n13 – La Juventus di questi ultimi anni sta investendo moltissimo nel settore giovanile prendendo spunto soprattutto dalle squadre tedesche che hanno degli ottimi vivai. Quanto tempo ci vuole secondo te perchè colmiamo il gap fra le nostre squadre e alcune realtà straniere magari proprio con il grosso contributo dei vivai?\r\n\r\nPenso che si stia lavorando, e tanto, per formare giocatori di alto livello, purtroppo non esiste una fabbrica di calciatori, dietro i numeri straordinari di certi club ci sono ragioni non strettamente legate alla metodologia di allenamento.\r\n\r\n14 – Quali sono le prosepettive di carriera per un allenatore che come te parte dalle giovanili della Juventus? Il tuo lavoro viene valutato solo in base ai risultati o anche ad esempio per il gioco espresso piuttosto che sulla crescita dei singoli ragazzi eccetera?\r\n\r\nHo anticipato la risposta. Prospettive non deve averne, scherzando, ma non troppo, si dice che possiamo fare solo danni. Gratificazioni da altri difficilmente ne ricevi, se la squadra cresce collettivamente e individualmente è perché è stato bravo chi ha scelto i giocatori o perché hanno doti naturali innate, se invece li fai giocare male o non migliorano…allora sei un mister scarso. Ho estremizzato ma non mi sono discostato tanto dalla realtà. Ovviamente i risultati non sono importanti perché si lavora sul giocatore. Le motivazioni e le soddisfazioni sono un qualcosa di interiore.\r\n\r\n15 – Che consiglio daresti a genitori come me che hanno figli che giocano nelle squadre dilettanti?\r\n\r\nChe il calcio è divertimento, ma come tutti gli sport è anche una scuola di vita, sta a noi adulti dare gli insegnamenti giusti.   \r\n\r\nGrazie della tua disponibilità Max e grazie per averci delucidato sugli aspetti dell’ istruttore di giovanili di una squadra professionista. Grazie ancora e i miei migliori auguri per il proseguimento di questa tua attività. Ciao e alla prossima.\r\n\r\nUn saluto a tutto il popolo bianconero…fino alla fine…\r\n\r\nIntervista di Alessandro Magno\r\n\r\n[jwplayer player=”1″ mediaid=”78138″]