Intercettazione integrale Bergamo – Moratti: come dice Prioreschi, poi era Moggi…

Se Bergamo chiamava Moggi era per servilismo nei confronti del maneggiatore del calcio italiano; se Bergamo chiamava Moratti è la prova provata che il numero uno dei neroeazzurri non contava nulla e non intendeva interferire nel lavoro dei designatori. E’ questa la tesi che ormai i media hanno fatto passare in questi 5 anni post-farsa. Eppure, chi ha voluto solamente un po’ informarsi in questi anni sa che non è affatto così.\r\nNel lavoro di taglia e cuci delle tesi difensive degli imputati che si stanno preparando alle prossime udienze di Napoli, ri­spuntano anche frammenti di telefonate emerse nei giorni caldi del dibattimento dell’a­prile 2010. E la famosa telefo­nata di Moratti e Bergamo per gli auguri di Natale del 2004 può essere riletta nella sua interezza, scoprendo un rap­porto esclusivo e diretto con l’attuale presidente dell’Inter, che rivendica il ruolo centrale che va oltre le telefonate di Facchetti.\r\n\r\nECCO la telefonata interrotta e ri­presa dopo una caduta di linea:\r\nMoratti: Senta, io ci tenevo però a in­contrarla\r\nBergamo: Sì\r\nM. Quando lei aveva… aveva un minuto, quando le pare a lei, che passa da Mila­no, mi dice lei dove\r\nB. Sì\r\nM. : Magari io faccio… un secondo, ma proprio… mi faceva piacere anche\r\nB. Sì, sì, no, anche io volevo farle, così, una confidenza, e avevo già in animo… speravo di vederla a Milano alla cena dei presidenti, infatti glielo dissi a Giacinto\r\nM. : No, quella sera lì no, ma sa che co­sa? C’è anche il fatto di Giacinto, che mol­te volte mi fa il piacere che sia lui un po’ a rappresentare la società\r\nB. Uhm, uhm\r\nM. Sembra uno scherzo, e invece così Giacinto può… può essere lui che… e al­lora molte volte rischio di… di?\r\nB. Uhm, uhm, no, ma io non è che non volevo parlare con Giacinto, ma ho confi­denza con lei\r\nM. No, no, no\r\nB. Per cui preferisco, ecco?\r\nM. Volevo vederla anche io, adesso?\r\n\r\n- Cade la linea -.\r\n\r\nM. Pronto?\r\nB. E’ caduta la linea\r\nM. Sì, sì, è caduta… no, no, ma anche io, per quello che le dicevo, vediamoci noi due, su questo son d’accordo con lei, (ri­de) B. Sì\r\nM. No, no, vediamoci noi due, ma dopo, sinceramente, quando lei pensa di avere un momento libero, non voglio neanche?\r\nB. Sì, sì, lei verrà a Livorno a vedere la ga­ra o la vedrà come? Perché?\r\nM. E non lo so, io evito sempre un po’ di venire… di venire fuori casa.\r\nPoi si troverà l’accordo per vedersi a For­te dei Marmi, buen ritiro morattiano vicino alla Livorno di Paolo Bergamo.\r\n\r\nAYROLDI E KAKA’ – Ricorda­te Stefano Ayroldi? L’assisten­te che toppò al Mondiale nel match Argentina-Messico e che venne duramente critica­to da Mourinhoper l’esultan­za a fine gara del pareggio Fiorentina-Inter 2-2? Ebbene emerge da una telefonata tra gli amiconi Copelli e Meani un particolare: ad un match di Champions del Milan sotto la giacca a vento indossa la maglia di Kakà: ebbene sì. Persino Meani e Copelli pen­sano che sia esagerato per un direttore digara presentarsi così allo stadio.\r\n\r\nECCO il brano della telefonata: Meani: Certo, io dico, come “cazzo”… conoscendo poi com’è l’ambiente arbitra­le, stai con la maglia di Kakà sotto la giac­ca a vento?\r\n\r\nC. Ma poi lo dice a Roberto Rosetti: no, ma viene mio figlio, viene da giù in aereo, è tifosissimo del “Milan”; ma “puttana Eva”, stai zitto! Ma sei scemo?\r\nM. E’ matto, è fuori di testa\r\nC. Va beh, è così\r\nM. Ma te l’immagini questo se avesse fat­to l’arbitro (come il fratello Nicola, ndr)?\r\n\r\nCredits: Tuttosport