Inter-Juve, parla l’ex arbitro: “Il protocollo è chiaro”

L’episodio del gol decisivo di Inter-Juve continua a far discutere. Nonostante le immagini non chiariscano se il tocco di mano ci sia indiscutibilmente stato, c’è chi grida allo scandalo e non si capacita della decisione di Chiffi. Anche se viene spiegato dagli addetti ai lavori.

La Juve vince un match importantissimo in chiave classifica. Contro l’Inter decide il gol di Filip Kostic a metà primo tempo dopo una gara tirata in cui i bianconeri hanno meritato la vittoria. Con questi tre punti la squadra di Max Allegri torna prepotentemente in corsa per la zona Champions League. Nonostante la pesante penalizzazione in classifica voluta dalla Corte Federale d’Appello nell’ambito del caso plusvalenze, la Juve è ora a soli 7 punti dal Milan quarto. E se il ricorso al Collegio di Garanzia del CONI venisse accolto, il club si ritroverebbe al secondo posto in solitaria.

Intanto però gli strascichi polemici del Derby d’Italia continuano e non si placano le lamentele per il possibile tocco di mano di Adrien Rabiot. A spiegare cosa è avvenuto fra Chiffi e il VAR per analizzare la situazione ci ha pensato un ex arbitro, che ha ribadito il protocollo.

Moviola Inter-Juve, il commento dell’ex arbitro Gavillucci: “In questi casi la decisione spetta all’arbitro”

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(Photo by GABRIEL BOUYS/AFP via Getty Images)

Ad analizzare l’episodio incriminato di Inter-Juve è l’ex arbitro Claudio Gavillucci. Intervenuto alla trasmissione Maracanà di TMW Radio, l’ex fischietto di Serie A ha spiegato la decisione di Chiffi e del VAR: “Il protocollo prevede che se non c’è certezza, il richiamo dell’arbitro non può essere effettuato. Dopo 4’30 di revisione Mazzoleni non era in grado di dare questa certezza e ha fatto bene a non intervenire”.

Gavillucci poi sottolinea un fatto: “La sensazione del tocco di mano c’è, quindi un’altra lettura può essere un’altra: siamo sicuri che Chiffi, richiamato al VAR, avrebbe rivisto la sua decisione? In queste situazioni la parola finale spetta all’arbitro, dobbiamo ricordarlo”.