Inter-Juve 2-1: il “solito” Alex Sandro, Dybala entra molle

Il giudizio di Dio sulla Supercoppa: il meglio e il peggio di Inter-Juve con i voti, citazioni letterarie e cinematografiche

Inter-Juve 2-1: chi esce davvero a testa alta dalla Supercoppa?

PERIN 6.5 – Non è di certo la giornata adatta alla lettura. Consapevole di ciò abbandona le serie a fumetti e si dirige sulle riviste scandalistiche: Tardona Moderna, Chiappe e Tv, Gossip today, Grand Hotel, I flirt a 4zampe (come suggerito dall’allenatore); resiste sotto assedio, prendendole quasi tutte

DE SCIGLIO 4.5 – Briscola, Macchiavelli, Rubamazzo, la lezione di Taiqi, il massaggio al cinese, come fare le orecchiette, perché le mezze stagioni non esistono più, perché la chiamano briscola, ma se Dio è 1 come fa a essere trino? Scegliere quale fosse il pensiero che gli affollava la scatola cranica nel momento del rigore.

RUGANI 5.5 – Sembra il garzone del barbiere al primo giorno di lavoro, perennemente in ritardo di qualche frazione di secondo, anche quando deve semplicemente spazzare e spazzolare il cliente che va di fretta.

CHIELLINI 5.5 – L’eroe della serata. L’uomo che si esalta in queste situazioni, le scivolate sullo 0-0, le rincorse sull’1-1, gli appoggi al portiere in tuffo di testa, i recuperi come se non ci fosse un domani, uomo e capitano. Eppure alla fine si perde.

ALEX SANDRO 3 – Sembra il classico cattivo da fumetto. Non ti ammazzo perché sei nelle mie mani, ti spiego tutto il piano, di modo che il mio trionfo sia completo, ma anche che tu possa fermarmi dopo e te l’appoggio di petto in area. A Darmian.

BERNARDESCHI 6.5 – È come gli errori che si trovano nella Bibbia: un credente, crede anche negli errori: Matusalemme ha vissuto 900 anni e Giona, come Pinocchio, ha vissuto davvero nella balena e mangiare aragosta è contro natura. E 1 gol in 2 anni diventa anche rinnovabile.

RABIOT 5 – È performante quanto una Duna in discesa, con raccolta di audio libri 0-3 anni. Passa esclusivamente indietro, illude in campo aperto e passa da 0 a 100km/h in un paio di generazioni. Formazione rimaneggiata, ma ha esperienza per darla lateralmente.

MCKENNIE 7 – In avanti e indietro. Anche l’allenatore è stupito quando riesce a vedere le sue incursioni. Ma come? Non ti avevo detto che la cosa più importante da fare è non prenderle? E chi sei? Ramarro? Il supereroe masochista? Che insegue i cattivi per farsi gonfiare come un canotto?

LOCATELLI 6 – Questa volta sulle spiagge di Milano Sabbia d’Oro non riesce ad avere la meglio, sugli avversari. Si erge come Leonida, urla: juventini, raccoglie legna in mezzo al campo, ma poi è costretto a passarla a Rabiot, che di giorno fa lo shampista.

BENTANCUR 6 – Un po’ più convinto delle ultime uscite; si è riscaldato andando a fare le fotocopie a Max Allegri, del libro di dressage che ha preso in prestito alla biblioteca di San Benigno Canavese.

ARTHUR 6 – Si fa notare per un fallo e per aver chiesto immediatamente scusa; durante la settimana segue due corsi: quello da estetista e quello da vasaio, decisamente meglio il secondo, per quando finirà la carriera da calciatore, anche se la sua zazzera colorata gli costerà metà stipendio.

KULUSEVSKI 6 – Ho provato a vedere Naruto, ma poi alla fine non ci ho capito nulla. La volpe a nove code, il biondino dai capelli tinti come un emo, i ninja che si vestono con i giubbini americani e le katane che vengono usate come clave; alla fine se lo passano in Tv lo vedo pure.

DYBALA 5 – Entra molle come l’allenatore; nei calzoncini porta incastrato il testo di Juan Wilcock (la sinagoga degli iconoclasti) chiedendosi se ne sia un lettore, oppure uno dei protagonisti: è lui l’inventore della Pentacicletta, o del doppio tunnel carpiato come fosse Antani?

KEAN 4.5 – Rimane in campo, ma sul telefono continua a vedere le repliche di Don Matteo, in attesa che la nuova serie, con il cambio di casacca (da un don Matteo all’altro, Terence Hill cede la tunica a Raul Bova) ci sorprenda; e corre con garbo, saettando, al rallentatore, da un lato all’altro del campo, non vedendo mai la palla.

MORATA 6 – Prenota ombrellone, lettino e due sdraio, sul settore sinistro dell’attacco dell’Inter, ma gli amici non passano mai a trovarlo e consuma tutto il mojito da solo; per fortuna Allegri gli ha prestato Tropico del cancro di Henry Miller, e lui si è soffermato sulle scene erotiche, dimenticando il sottotesto politico.

ALLEGRI 5 – Tutto va come prevede il Sun Tzu di Livorno. Morata muore di solitudine e priapismo in attacco, leggendo tropico del cancro, Rabiot sembra l’uomo che guarda di tinto Brass, Alex Sandro appoggia la palla di petto, mentre attende la mancia e Bernardeschi canta “mia forza e mio canto è” mentre prenota l’aperimessa con noccioline e patatine avanzate dalla festa per la partenza di Pirlo.

TENET IN THE DARK – (Riavvolgiamo il tempo e cambiamo il passato, consapevoli di ciò che è accaduto nel futuro)

Ma se la manata in faccia invece di Mckennie l’avesse presa Di Marco, che scandalo ne sarebbe venuto fuori oggi?

Quante copertine ci avrebbe fatto la gazzetta dello sport, per ammorbarci?

Tuttosport non spenderà una parola e resterà silente fino a fine anno, quando la Juve sostituirà Dybala con Melengoni del Genoa.