Inter-Juve 2-0: sconfitta che pregiudica la corsa scudetto

Juve bocciata contro l’Inter, prestazione insufficiente sotto tutti i punti di vista, per il decimo scudetto ci vuole un’impresa

Dopo aver sempre vinto dall’inizio del nuovo anno, sia in Serie A che in Coppa Italia, arriva la prima sconfitta (del 2021) per la Juventus nel derby d’Italia del Meazza contro l’Inter di Antonio Conte: 2-0 il finale a San Siro. K.O. meritato per una Juve che, al netto delle gravi assenze (Cuadrado, de Ligt, Alex Sandro e Dybala), si arrende al cospetto di una squadra con una marcia in più. In realtà, almeno nelle prime battute, sono i campioni d’Italia a partire meglio grazie a un gol annullato a Cristiano Ronaldo, ma al 13’ ci pensa l’ex Vidal a trafiggere Szczęsny con un preciso colpo di testa su un cross ottimamente pennellato da Barella. Dalla rete del cileno in poi, l’inerzia della gara cambia in modo piuttosto evidente. L’undici di Conte diventa sempre più padrone del rettangolo verde, sfiorando il raddoppio in diverse occasioni con Arturo Vidal, Lautaro Martínez e Barella.

Di contro, Madama produce poco e niente, eccezion fatta per un tiro telefonato di CR7. Si chiude il sipario del primo tempo, in cui l’Inter è famelica nelle transizioni positive, fulminea nelle verticalizzazioni, corta e abilissima nella fase di non possesso a schierarsi con un 5-4-1, oppure a disporsi con un 5-3-1-1, volto a chiudere tutte le linee di passaggio e a fare densità in mezzo al campo. Chiellini e compagni farraginosi, prevedibili e mostruosamente imprecisi nella prima costruzione, a velocità di crociera nel palleggio senza mai cercare una reale alternativa nelle trame offensive, come per esempio i mancati cambi di fronte improvvisi che sarebbero stati utilissimi. Inoltre, come se non bastasse, Pirlo e i suoi disorganizzati nel pressing e spesso spaccati in due tronconi nelle transizioni negative.

Nella ripresa, dopo sette minuti circa, ecco il raddoppio di Barella, pescato completamente solo, come fosse nel Deserto del Sahara, da un lancio chirurgico di Bastoni. Nemmeno gli ingressi di Kulusevski, McKennie e Bernardeschi sortiscono l’effetto desiderato. Anzi, probabilmente sarebbe stato opportuno inserire anche Arthur in luogo di Bentancur, sia per incrementare il tasso qualitativo nella terra di mezzo, che per garantire più geometrie a metà campo. Paradossalmente, nonostante il 2-0, è sempre l’Inter a dare la sensazione di pericolosità, soprattutto tramite le ripartenze. L’unico squillo, a tinte bianconere, è quello di Chiesa a poco dal triplice fischio, che costringe Handanovič a un intervento di eccellente fattura.

Dunque, Juventus sonoramente bocciata quella di scena a Milano, del tutto insufficiente da ogni punto di vista, condizione atletica compresa. Sia chiaro, a scanso di equivoci, nulla è ancora perduto, però la débacle contro i Nerazzurri complica moltissimo la missione scudetto ai ragazzi di Andrea Pirlo, rendendo la strada ancora più impervia, tortuosa e più in salita che mai verso il tanto anelato decimo tricolore consecutivo.