Infortunati Serie A: siamo già a 193, Juventus in testa
Infortunati Serie A: l’inchiesta di oggi del ‘Corriere dello Sport’ rivela che dopo sole 12 giornate il numero di ko nel nostro campionato è già elevato
Infortunati Serie A: l’inchiesta di oggi del ‘Corriere dello Sport’ rivela che dopo sole 12 giornate il numero di ko nel nostro campionato è già elevatissimo. Il quotidiano parla di 193 giocatori infortunati, ma il numero di ko certificati sarebbe addirittura superiore, ossia 224, a conferma che qualcuno si è fermato più di una volta.\r\n\r\nSi tratta di una classifica, quella degli infortuni, più democratica che mai, considerato che gli stop non fanno distinzione tra grandi e piccole squadre. In vetta troviamo la Juventus campione d’Italia, che anche l’anno scorso ha subito tantissimi infortuni che ne hanno condizionato soprattutto il cammino in Champions. Il cambio di staff medico, a leggere i dati del ‘Corsport’, non avrebbe cambiato granché. Fin qui sono 17 gli infortuni (muscolari e traumatici) lamentati dai bianconeri da inizio stagione ad oggi. Uno in più di Roma, Inter e Atalanta che si sono fermate a 16. Sono invece 15 i ko di Sassuolo e Pescara, mentre le squadre più in salute sono Crotone e Genoa con solo 4 infortunati a testa.\r\n
Infortunati Serie A: 648 partite saltate
\r\nI 224 infortuni, tradotti in termini di partite restituiscono un numero impressionante: stiamo parlando di ben 648 match saltati, ma il dato è incompleto perché ci sono giocatori attualmente in infermeria e che vi rimarranno per tanti altri mesi come Milik, Florenzi, Duncan, Ionita, Joao Pedro… Secondo il reportage del quotidiano sportivo, il 55,8% degli infortuni sono di tipo muscolare, mentre il restante 42,2% sono di natura traumatica. Ben 12 i legamenti crociati saltati, 20 i traumi distorsivi al ginocchio (alcuni con un interessamento dei legamenti), 16 traumi alla caviglia, 4 i casi di problemi al menisco.\r\n\r\nOvviamente, il problema principale è rappresentato dalle numerose partite: si gioca praticamente ogni tre giorni e per allenatori e preparatori c’è pochissimo tempo per “allenare”.