Inchiesta scommesse, alla fine si è sentito spacciato: “Ora come mi difendo?” | Situazione terribile

Immagine di una partita della Juventus all’Allianz Stadium di Torino/ fonte LaPresse-jmania.it

Dichiarazioni clamorose da parte del calciatore, che mettono in evidenza il terribile quadro in cui si è ritrovato il calcio italiano.

Negli ultimi giorni un nuovo scandalo sta coinvolgendo il calcio italiano, ovvero quello riguardante il calcioscommesse. La bomba sganciata da Fabrizio Corona ha già visto il coinvolgimento di diversi giocatori importanti.

Questi sono accusati di aver scommesso su siti clandestini, ma alcuni di loro pare abbiano giocato anche sulla propria squadra. Una notizia clamorosa dunque, che rischia di far perdere ulteriormente credibilità al nostro sistema calcistico.

Ma nelle scorse ore sono arrivate delle parole importanti da parte di un calciatore, che ha lanciato il suo grido disperato certificando così la terribile situazione vissuta.

Le dichiarazioni del calciatore coinvolto

Di recente Emiliano Viviano, portiere che milita attualmente nell’Ascoli, è intervenuto ai microfoni di TVPlay.it dove ha raccontato un aneddoto che lo ha riguardato in prima persona durante il periodo calcioscommesse del 2011.

Il nome dell’estremo difensore infatti era saltato fuori senza che fosse realmente coinvolto, e il calciatore ha raccontato delle difficoltà psicologiche in cui si è trovato pur essendo innocente.

Emiliano Viviano/ fonte Ansafoto-jmania.it

Il racconto di Viviano

”Ora vi racconto una cosa che è successa a me durante il casino del calcioscommesse, stavo in ritiro d’estate. Non ricordo con quale squadra. Una mattina stavamo facendo colazione, apro la Gazzetta dello Sport e c’era una paginata sul calcioscommesse. Faccio per iniziare a leggere e ad un certo punto vedo una foto mia. Inizio a leggere l’articolo e praticamente scopro che in un’intercettazione uno diceva all’altro ‘Andate a Brescia e parlate con Viviano perché domenica c’è Brescia-Bologna e lui ha giocato nel Brescia.”

”Ora ti dico una cosa, nella giustizia sportiva sei  tu che ti devi da un’accusa eventualmente e non il contrario. La mia fortuna in quella settimana prima della partita è che io sono stato via una settimana con la nazionale. Sennò io mi sarei dovuto difendere dal nulla, cioè di una cosa che nemmeno . Io nemmeno so chi era e dentro di me ho pensato ‘Ora come mi difendo? Io questi non so chi siano, ma come lo dimostro?’ Tanti calciatori hanno giocato con una situazione del genere e poi si sono rivelati tutti innocenti. Quindi se loro sono apposto con la coscienza rientreranno in campo, se non lo sono verrà dimostrato”.