Il secondo filone dell’inchiesta sui conti della Juve sta per partire. Oltre alla questione stipendi, la Procura indaga anche sulle cosiddette partnership sospette e sui rapporti con gli agenti.
Stasera la Juve si gioca uno degli obiettivi stagionali, ovvero la qualificazione alla finale di Coppa Italia. A San Siro contro l’Inter si riparte dall’1-1 dell’andata. Ma come ogni vigilia di ogni partita importante, spuntano nuovi elementi sui casi giudiziari che coinvolgono il club bianconero. In attesa del nuovo processo per la questione plusvalenze, anche il secondo filone di indagini è pronto a partire. Per la cosiddetta manovra stipendi sono indagati otto tesserati della Juve – Agnelli, Nedved, Paratici, Cherubini, Gabasio, Manna, Morganti e Braghin. Ma non solo, perché la Procura contesta anche rapporti opachi con altre società e agenti.
Al momento la notifica di chiusura delle indagini è arrivata solo alla Juve quindi tutti gli altri attori coinvolti non parteciperanno al processo che sta per cominciare. Ma nei prossimi mesi ci saranno sviluppi anche per altre 6 società di Serie A e 12 agenti. Al club bianconero infatti, oltre alla questione relativa alla manovra stipendi, viene contestato anche un rapporto opaco con alcuni club e diversi procuratori sportivi.
Come riporta Calcio e Finanza, le squadre della massima serie che sono citate nelle memorie difensive della Juve – e che sono sotto indagine delle Procure di competenza territoriale – sono Atalanta, Bologna, Cagliari, Sampdoria, Sassuolo e Udinese. Mentre gli agenti nominati sono Luca Ariatti, Michele Fioravanti, Giuseppe Galli, Gabriele Giuffrida, Davide Lippi, Vincenzo Morabito, Silvio Pagliari, Giorgio Parretti, Luca Puccinelli, Antonio Rebesco, Tullio Tinti e lo scomparso Mino Raiola.