In attesa del processo di Napoli, in arrivo Premiopoli
Tra pochi giorni riprenderà il Processo di Napoli, che vedrà sfilare, tra i testimoni chiamati dalla difesa di Luciano Moggi, anche il presidente dell’Inter, Massimo Moratti. Nell’attesa, però, un altro scandalo si prospetta all’orizzonte del calcio italiano e ce ne parla Alvaro Moretti dalle colonne di ‘Tuttosport’: Premiopoli!\r\n\r\nNon bastassero le sempre nuove vicende di Calciopoli, ecco che in Figc scoppia un altro caso: chiamiamolo pure Premiopoli. Nei giorni caldi del calciomercato s’era saputo da addetti ai lavori ( e qui s’era data un’anticipazione da Milano) che la Procura federale ( stavolta meritoriamente senza input della magistratura ordinaria) stava acquisendo informazioni sui rapporti tra un misterioso quanto sedicente agente di cui nei vari comitati regionali e tra le squadre dilettantistiche s’è diffuso un identikit e organismi federali deputati a certificare i premi da assegnare alle società dilettantistiche che formano dai 12 ai 14 anni i calciatori che poi sbocceranno più avanti debuttando tra i professionisti in serie A, B o Lega Pro.\r\n\r\nL’articolo 99 delle Norme federali, infatti, prevede che al primo contratto pro venga assegnato al club formatore un premio di addestramento che va – a seconda degli anni di formazione, dell’età e della categoria – da 8 mila a 93 mila euro, mentre al 99bis delle Noif si prevede un premio di 18 mila euro per ogni anno di formazione in caso di debutto in A da versare al club dilettantistico. La richiesta va indirizzata all’Ufficio Lavoro e Premi, coordinata fino alle improvvise dimissioni dello scorso agosto dal responsabile Amerigo Pichi.\r\n\r\nPer verificare che il calciatore abbia effettivamente giocato col club che chiede il premio, servono i cartellini dall’età di 12 anni o in assenza ( vengono spesso mandati al macero dopo cinque anni) un’autocertificazione vidimata da un pubblico ufficiale ( notaio o impiegato comunale).\r\n\r\nA Cagliari si lega questa vicenda e dalla pancia del Sant’Elia, tra un coro e l’altro, tra una voce di vertenza e l’altra, tra una trattativa di mercato fallita e l’altra arriva uno spiffero significativo. « Ma lo sai perché Marchetti ha perso il posto e la Nazionale? C’è qualcosa su una vicenda legata al suo passato da dilettante » , ci dicevano in slang isolano prima del soporifero Cagliari-Samp di mercoledì. E la storia riguarderebbe proprio un’autocertificazione del calciatore che ha difeso la porta azzurra in Sud Africa. Più che la voglia di andare alla Samp potè la chiacchiera tra operatori di mercato, forse. La Procura di Palazzi ha lavorato in gran silenzio in questi mesi, ma tra segretari di club la voce è corsa e rimbalzata.\r\n\r\nPerché Premiopoli? Perché dal passaparola di dirigenti e addetti ai lavori si ipotizza che sono molte le certificazioni al vaglio della Figc. In perfetta buona fede qualche giocatore potrebbe aver ricordato male i suoi precedenti lontani sui polverosi campetti di provincia. Si indaga su corsie preferenziali per indagini storiche che possono durare anche 18 mesi. 70- 80 i giocatori – molti giocano in serie A – su cui si sta effettuando il controllo e una cinquantina i club professionistici che hanno pagato e che ora vogliono sapere se i soldi sono andati al posto giusto. E se i propri giocatori abbiano avuto buona memoria evitando, così, la beffa di multe o sanzioni disciplinari.\r\n\r\nA molti club sono arrivati avvisi su come fermare l’ondata di richieste per i premi. Un sistema che andava avanti da anni. E sul quale i dirigenti di club, anche blasonati, ora sono sul chi va là.