rodriguezSi chiama James Rodriguez, ed è un talentuoso esterno colombiano che gioca in Argentina nel Banfield: su di lui c’è anche il Toro, che si è insinuato nelle esitazioni di Juve e Napoli, che per prime avevano individuato il calciatore. Arriveranno dal Sudamerica e dalle categorie inferiori italiane i giocatori del Torino di domani. Pronti a stupire. Avranno il sangue agli occhi, garantisce Petrachi. Se il futuro granata è un doppio rebus, l’ex direttore sportivo del Pisa è la risposta migliore al senso di precarietà che da tempo si respira alla Sisport.\r\nLui c’è, ed in questo momento in cui Cairo sembra nascondersi a Milano e la squadra è chiusa dietro un inspiegabile e controproducente black out condito con le porte chiuse, è già tanto. Petrachi si divide tra gli allenamenti e i blitz in ogni luogo del pianeta a caccia di nuovi talenti. Non sta mai fermo. Lavora. Petrachi è tornato con forza sul mercato. L’obiettivo è di allestire il Torino che verrà, se Cairo, o chi per lui, gliene darà l’opportunità. Serie A o B, per Petrachi non fa quasi nessuna differenza. Se sarà il responsabile delle scelte di rafforzamento della squadra, ne vedremo ancora delle belle. E non saranno balle.\r\nLa rivoluzione di gennaio è stato solo il primo passo della rifondazione. A luglio e agosto, un altro tsunami. Altri nomi, nuove speranze. Se Rodriguez è il sogno, Petrachi ha già in mano almeno due rinforzi concreti, sudamericani. Già bloccati, assicura il ds, gran conoscitore soprattutto del calcio argentino e brasiliano. Ma anche di quello italiano: il “fenomeno” D’Ambrosio è lì a testimoniarlo.\r\nTra gli altri, Petrachi segue da tempo due giovani dell’Arezzo, entrambi terzini. Sono Samuele Sereni, classe 1988, e Giuseppe Figliomeni, di un anno più vecchio. Radiomercato li descrive come ragazzi di sicuro avvenire.\r\nCosì come Andrey Galabinov, il promettente attaccante bulgaro protagonista di una stagione esaltante nel Lumezzane, da dove a gennaio è già arrivato Scaglia. Provarli per crescere: sarà la nuova sfida di Petrachi. Cairo permettendo.\r\n

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(di Francesco Manassero per Leggo)