Il processo al carattere: Conte non è come Mondonico, è un vincente

(Di Mirko Nicolino) Premessa. Nulla ho contro il Sig. Emiliano Mondonico, mi è sempre stato simpatico e ho avuto modo di vederlo lavorare a Cosenza e mi ha sempre ben impressionato. Mi spiace pure per il dramma umano che ha vissuto, ragion per cui sarà da me chiamato in causa solo come termine di paragone per far capire ai più che ancora non hanno aperto gli occhi, come funzioni la giustizia sportiva. Secondo quanto emerge dalle motivazioni delle sentenze sportive, il Sig. Stellini – vice di Antonio Conte al Siena – tra le altre cose avrebbe combinato una partita assieme a Poloni, vice di Emiliano Mondonico all’Albinoleffe. Ebbene, il tecnico dei bergamaschi non è mai stato tirato in ballo e negli ultimi tempi ha goduto di un’ascesa repentina nelle trasmissioni sportive dei palinsesti Rai (a proposito, sinceri auguri perché ha confermato di essere ancora una volta un tecnico preparato, non mi ero sbagliato), mentre Conte è stato squalificato per omessa denuncia. Esattamente, il tecnico bianconero, ci ha spiegato Palazzi “ha un carattere accentratore e non poteva non sapere”.\r\n\r\nDunque, dopo “i processi alle intenzioni”, siamo passati ai “processi al carattere”: sì perché l’ ingiustizia sportiva non si vuole far mancare proprio nulla, ragion per cui quando di prove non se ne riesce a trovare un appiglio lo si inventa sempre. Ma questi signori conoscono il carattere del signor Conte? E conoscono il carattere del signor Mondonico che in vece poteva non sapere? Mondoni, sin dagli anni del Toro è passato alla storia come un duro (ora un po’ meno), uno che lo spogliatoio lo tiene in pugno e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. A Cosenza, riportano i quotidiani dell’epoca, furono durissimi gli scontri tra il tecnico e i vecchi tifosi che lo accusavano di presentarsi agli allenamenti dopo aver alzato il gomito (circostanza mai confermata effettivamente). Mondonico era uno che non accettava insinuazioni da nessuno. Un carattere che per certi versi ricorda tanto quello di Conte, anche se il nostro tecnico ha un piccolo grande difetto: è un vincente. Ecco, sarebbe stato più credibile Palazzi se piuttosto che inventarsi la panzana del carattere duro, come conferma della sua correità in un illecito per omessa denuncia, avesse puntato su questo: “Conte viene condannato perché è un vincente (con l’aggravante della juventinità)”. Lo avremmo creduto tutti, anche perché è la verità. Da giocatore e allenatore. Chissà cosa sarebbe successo se il nostro tecnico ora allenasse l’Arezzo (non me ne vogliano i simpatici tifosi aretini) e Mondonico invece sedesse sulla panchina della Juventus?\r\n\r\nIntanto, non smetterò mai di ricordarlo, chi è finito in carcere scende regolarmente in campo, anzi, secondo indiscrezioni riportate oggi dalla ‘Gazzetta’, praticamente l’organo ufficiale dell’ingiustizia sportiva, per molti dei tesserati che verranno presto deferiti (anche quelli al gabbio o agli arresti domiciliari) Palazzi si appresta a comminare solo una pena pecuniaria. È la chiusura del cerchio. Ancora una volta molto più ovale che sferico.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni