Un anno fa, i punti di distacco fra Inter e Juventus erano cinque, oggi sono «solo» quattro, ma non fidatevi. I risultati degli anticipi segnano il primo strappo della stagione. La pareggite di Ferrara comincia ad allarmare i paladini del duello a oltranza. Se il «triade» Blanc non scuote l’ambiente, e la Sampdoria non s’inventa un ruolo alla Viallimancini, per l’Inter di Mourinho si profila l’ennesima gita-premio. A Torino rientrava Sissoko e si è sbloccato Amauri, a Marassi mancavano Eto’o, Milito e Thiago Motta. Morale: 1-1 la Juve, 5-0 l’Inter. Se la Fiorentina di Prandelli, fondata sugli esterni, offre un calcio gradevole, l’Inter ad assetto variabile rimane, in Italia, di un’altra categoria.\r\nNon è bastato, per liberare il talento di Diego, togliere Camoranesi; e nemmeno aggiungere un lucchetto, Poulsen, per blindare la difesa. Non vince dal 19 settembre, la Juventus. Veniva dal k.o. di Palermo, reazioni insipide come questa aiutano a tirare avanti, non certo a pensare in grande. Per ambire allo scudetto serve più personalità: e, sulle fasce, più qualità. Anche se non si può parlare di rete annullata, il fischio preventivo di Rizzoli («amplesso» Chiellini-Dainelli) ha ricordato quello di Gervasoni a Roma in Lazio-Juventus (ancatina di Cruz a Legrottaglie).\r\nFerrara, di cui non ho capito i cambi, deve lavorare sul centrocampo: non appena abbandonato al suo destino, continua a essere un cantiere in mano ai passanti. E già che ci siamo, meglio il righello di Cristiano Zanetti del manganello di Felipe Melo.\r\nPer la Juve, il muscolo è il fine; per Mourinho, un mezzo, come documenta la lezione di Marassi: Inter sofferente in avvio, con Stankovic a rischio rigore su Floccari, poi fortunata (carambola Cambiasso-Modesto), quindi irresistibile, come i gol di Balotelli e Stankovic (da metà campo, addirittura), e alla fine straripante (Vieira, Maicon). Cinque reti, cinque marcatori: sono i dettagli che fanno impazzire gli allenatori.