Nel 2007 il “nuovo” calcio italiano, sopravvissuto al pericolo del ricorso al Tar preparato e poi ritirato dalla Juventus e, anzi, vistosi spianare la strada dai continui successivi patteggiamenti della società bianconera (anche in riferimento alla questione sim svizzere, ad esempio), è arrivato in tutta scioltezza a cambiare il Codice di Giustizia Sportivo, inserendovi – ovviamente a posteriori – norme e provvedimenti che giustificassero quanto accaduto l’anno prima, ovvero – nel caso in oggetto dell’articolo – le tre condanne a 5 anni con proposta di radiazione comminate nei confronti di Mazzini, Moggi e Giraudo (ma anche la serie B alla Juventus, avvenuta per una specie di non ancora allora normato reato associativo). E’ storia, la conosciamo. Quello che è successo quest’anno, però, è ancora più esilarante. Dopo cinque anni, infatti, proprio mentre la fine della squalifica si avvicinava, qualcuno si è improvvisamente risvegliato dal letargo, interrogandosi su quel “con proposta di radiazione”. Al calcio perbenista post-Male-assoluto, è venuta in mente un’idea: perchè non accettare la proposta? Unico scoglio: gli avvocati, “maledetti”. Moggi ha da subito minacciato azioni legali, e ora pare essere sceso in campo anche Mazzini, e bene. Insomma: e ora chi li radia? Nel vecchio codice si doveva presentare tale proposta al presidente federale, unico autorizzato a decidere nel merito. Nel nuovo, invece, l’organo esecutivo è svuotato di tali competenze, avendo la riforma separato nettamente i due poteri e le loro funzioni: non si chiede più il permesso, insomma. E allora che si fa? Abete, pressato a destra e sinistra, ha pensato bene di “fare il giro delle sette chiese”, chiedendo pareri a tutti. Per la Corte di Giustizia Federale (che ricordo tecnicamente ha preso il posto delle vecchie CAF e Corte Federale che giudicarono Moggi & co. nel 2006), i tre in oggetto (degli altri non gliene importa niente a nessuno, ovviamente, e non li nomino neanche) andrebbero concettualmente radiati in quanto tale era il volere delle precedenti Corti giudicanti. Almeno così pare (a loro). “Ok, fate voi allora?” dice Abete. Macchè, “Tocca a te comunicarlo”. E beccarsi la denuncia? Non se ne parla. Punto e a capo. Secondo parere, questa volta dell’Alta Corte di Giustizia presso il CONI: va garantito il contraddittorio, gli imputati devono potersi difendere. Abete ci pensa, e si decide di creare un nuovo mini-processo. Andata e ritorno. Peccato che, ancora una volta, si siano messi di mezzo gli avvocati. L’avv. Tortorella (difesa Mazzini), nello specifico. Intervenuta alla trasmissione “Tutti Pazzi per la Juve” condotta dalla Combriccola romana, ha spiegato le perplessità sue e del suo assistito Innocenzo Mazzini: il primo grande dubbio riguarda la legittimità della norma attraverso la quale la FIGC ha istituito questo ulteriore mini-processo nei confronti dei possibili radiati. «Secondo noi il Consiglio federale non ha il potere di emanare delle norme che non passino attraverso il vaglio della Giunta nazionale del Coni». Il CONI ha fatto sapere che valuterà. Per il giorno 23 maggio è stata infatti fissata un’ordinanza istruttoria per acquisire informazioni sulla vicenda. Il problema è però che il 19 maggio sarebbe prevista l’udienza davanti alla commissione disciplinare nazionale dei “radiandi”, quindi si andrà probabilmente verso un rinvio (che verrà eventualmente comunicato lunedì prossimo). Ma i dubbi sono anche altri, tutti pregiudiziali e riguardanti diversi principi del giusto processo violati in maniera inaccettabile. Quello «per cui uno stesso soggetto non può essere giudicato due volte per i medesimi fatti», ad esempio (diverso sarebbe un giudizio di revisione, ma da quell’orecchio la FIGC non ci sente). E’ una questione di principio, prima ancora che di merito: ci sono tante perplessità che non lasciano tranquilli, come ad esempio il fatto che il giudizio d’appello nell’eventuale mini-processo sarebbe affidato proprio alla stessa Corte di Giustizia Federale che già ha emesso un parere, dichiarando “già radiati” i soggetti di calciopoli coinvolti: quali garanzie di terzietà potrebbe offrire? (ricordiamo che per molto meno, a Napoli, i pm hanno tentato di ricusare la dott.ssa Casoria). Non la vede così, ovviamente, Ruggiero Palombo. Anzi, per lui è vero l’esatto contrario. Così scriveva sabato sulla Gazzetta dello Sport nel suo editoriale: “Slitterà la riunione della Disciplinare (primo pronostico, ndr), prevista in un primo tempo per il 19 maggio, che dovrà valutare se Moggi, Giraudo e Mazzini meritano o no la radiazione. Il 23 spetterà infatti all’Alta Corte di Giustizia presso il Coni stabilire se il ricorso di Mazzini contro il procedimento Figc merita di essere accolto. Calcolando che fu proprio l’Alta Corte a indicare alla Figc la strada da seguire e che la Giunta Coni dell’11 aprile ha approvato l’iter deliberato dal Consiglio federale, è lecito ritenere che il ricorso, da stabilire con quale formula, sarà respinto (secondo pronostico, ndr)“. Insomma il contrario. E ci mancherebbe! Considerando il record di 100% di successi del 2006, è bene iniziare a fare gli scongiuri.