«Avvocato, vinca la Juventus o vinca il migliore?».\r\n«Sono fortunato: spesso le due cose coincidono».\r\n\r\nE’ una delle battute più note di Giovanni Agnelli, regalata in risposta prima di una partita della sua Juve. Poche parole, molta signorilità e una certezza, neanche troppo velata: quella domenica, la sua squadra, gli avrebbe dato soddisfazione. Ancora una volta.\r\nE la cosa gli dava immensa gioia, perché la Juve era per lui un gioiello prezioso, da ammirare e da tenere lustro con vittorie e bel gioco.\r\n\r\nIntenditore raffinato, ammirava i campioni assoluti, come Sivori o Platini, ma apprezzava altrettanto chi sapeva soffrire e faticare lontano dai riflettori. Amava i nostri colori. I suoi colori. E faceva in modo che fossero i più nobili e apprezzati.\r\n\r\nSe n’è andato il 24 gennaio 2003. Lo ha pianto tutto il paese, tutto il mondo. Lo hanno pianto tutti i tifosi bianconeri. E oggi, a otto anni dalla sua scomparsa, lo ricordano con il rispetto dovuto a una delle figure più importanti del secolo, ma anche con l’affetto che si prova per una persona cara, per un amico con cui hai condiviso una passione infinita, che ancora ti travolge e che ancora te lo fa sentire vicino.\r\n\r\n(Credits: Juventus.com)