I sette saggi rivoluzionano la giustizia sportiva, ecco cosa cambia

Secondo quanto scrive oggi ‘La Stampa’, sono tante le novità contenute nel lavoro svolto dai sette “saggi” del Foro Italico che, questa mattina, verranno votate dal Consiglio nazionale del Coni e che finiranno, poi, sul tavolo del ministro per lo sport Piero Gnudi. Pasquale De Lise, ex presidente del Tar del Lazio e del Consiglio di Stato, Giulio Napolitano, professore di diritto pubblico (e figlio del Capo dello Stato, Giorgio), Paolo Salvatore, ex presidente del Consiglio di Stato, Piero Alberto Capotosti e Riccardo Chieppa, ex presidenti della Corte Costituzionale, Lamberto Cardia, ex numero uno della Consob, e Giovanni Verde, ex vice presidente del Csm, hanno risposto all’esigenza sollevata dal numero uno del Coni Petrucci che ha chiesto a gran voce di portare lo sport fuori dai tribunali, in seguito ai ripetuti ricorsi fatti dalla Juventus per lo scudetto 2006.\r\n\r\nIl risultato delle riflessioni di questo comitato di saggi, ovviamente, andrà a ripercuotersi sullo sport in generale, ma soprattutto sulla Federcalcio e la giustizia del pallone, dimostratasi più volte poco efficiente e non avente un unico metro di giudizio. Così, oltre alla futura competenza sull’assegnazione di scudetti o retrocessioni per i consigli federali, a cambiare saranno anche tempi e modalità di svolgimento dei processi sportivi. Secondo quanto emergerà oggi, le inchieste si dovranno concludere entro 90 giorni dalla loro apertura, e i gradi di giudizio saranno solo due (dopo il primo, bisognerà decidere se farsi giudicare dall’organo di appello della propria federazione o di rivolgersi all’Alta Corte presso il Coni o al Tnas) e i club o tesserati non potranno più chiamare in causa ulteriori avvocati e invocare vizi formali per la nullità delle decisioni.\r\n\r\nLa Commissione dei sette saggi, inoltre, ha anche previsto l’istituzione di un fondo rischi per ogni federazione per far fronte ad eventuali richieste danni, che non potranno essere superiori al tesoretto previsto ad inizio stagione. In sintesi, con le nuove regole, la Juventus non avrebbe potuto avanzare una richiesta di 444 milioni di euro al Tar del Lazio per i danni di Calciopoli. Per ultima, ma non di minore importanza, la decisione di rendere effettiva la sospensione dalle cariche federali dei dirigenti anche se condannati soltanto in primo grado: non servirà più, da oggi, la ratifica dei consigli federali.