Gonzalo Higuain, centravanti argentino della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista a Massimiliano Nerozzi su ‘La Stampa’. Da quando è sbarcato a Torino, sul ‘Pipita’ se ne sono lette di ogni: dal fatto che non avrebbe fatto tanti gol in bianconero perché la Juve non gioca come il Napoli, alla presunta tristezza perché l’ambiente piemontese non sarebbe come quello campano… Tutte supposizioni smentite dai fatti: Gonzalo è felice nello spogliatoio con i nuovi compagni e in campo continua a segnare caterve di gol.
“Qui, alla Juve e a Torino, ho trovato il punto di tranquillità della mia vita. Con il lavoro e fuori, in una città bellissima, che mi piace da morire”, racconta il ‘Pipita’. Per lui la Juve ha investito qualcosa come 90 milioni di euro: l’obiettivo è ovviamente quello di tornare sul tetto d’Europa: “Mi fa piacere sapere che mi hanno preso pensando di vincere la Champions”.
Il primo ostacolo serio, in questo senso, è rappresentato dal Porto, una squadra contro la quale Higuain ha già giocato in passato.
“Sì, un paio di volte: con il Napoli, e ci eliminarono, ma era Europa League, e con il Madrid, ma non ricordo come finì. Bello stadio, bell’ambiente, con una squadra che gioca la Champions da sempre: forte e cattiva, sportivamente. Dobbiamo stare attenti. Casillas? Qualche volta ci parliamo, l’altro giorno mi ha stuzzicato sui social, ma abbiamo un buon rapporto. E poi fa sempre piacere fare gol ai grandi portieri”.
Alla Juventus, l’argentino ha imparato sin da subito una cosa: tutti hanno fame di vittorie, nonostante abbiano le bacheche piene di trofei.
“Giocare con i più forti ti fa migliorare, è logico. Chiunque tu sia, puoi sempre imparare. Basta guadare Gigi. È uno che ha vinto tutto, eppure sia allena come fosse un bambino. E così Dani Alves e altri compagni: è quella fame che ti fa vincere, anche se l’hai già fatto. Non è facile. Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta: non è una frasetta, ma l’esempio più chiaro dell’essenza di questa squadra. Arrivi in un modo, e non è che ti cambiano, ma cercano di migliorare il tuo punto debole. E poi ci sono tanti collaboratori, che non sbagliano mai, e tu devi solo preoccuparti di giocare: è una cosa fondamentale”, continua.
Insomma, dopo tre anni di Napoli, pur bellissimi, il ‘Pipita’ si sente juventino a tutti gli effetti:
“Mi sento felicissimo, per l’affetto che mi danno i compagni, i tifosi, la società, la città: mi sento parte di loro. E ho capito di aver fatto la scelta giusta. Colpa mia se non vinceremo la Champions? E perché mai? Non sento nessuna pressione. Anzi, per me è un privilegio sapere che mi hanno preso pensando di vincere in Europa. Possiamo arrivare in fondo, ma dobbiamo stare tranquilli. A 29 anni ho trovato il punto di tranquillità mentale della mia vita, nel lavoro e fuori. Gioco in una squadra che lotterà per la Champions e ho trovato una città bellissima, nella quale mi piace da morire passeggiare”.
Con il cambio di modulo e il passaggio al 4-2-3-1 Higuain ha cominciato a segnare a raffica, ma non è che prima le cose andassero poi così male…
“È un caso, anche prima segnavo: dovevo solo abituarmi, era la prima volta che giocavo in quel modo. Il 4-2-3-1? Ci ho giocato per anni e ora il mister ha avuto il coraggio di cambiare, pensando di avere i giocatori adatti. Abbiamo un allenatore e la decisione spetta a lui: noi dobbiamo solo cercare di giocare nel migliore dei modi”.
Quanto al connazionale Dybala, il Pipita non ha dubbi: è già un grandissimo, ma può diventare il più grande di tutti.
“Sa leggere molto bene la partita: insomma, vede il calcio come sanno fare i grandi, anche se è giovanissimo. Il nuovo Messi? Odio i paragoni, allora dico che Dybala deve diventare Dybala, uno che ha il potenziale per essere tra i migliori del mondo. Ma bisogna lasciarlo stare. I rigori? Avevo parlato con Paulo, era un momento in cui voleva calciarli e per me non c’è problema. Qualche volta li tira lui, altre volte posso farlo io o un altro compagno. Higuain-Dybala i migliori della Champions? Domanda difficile: non lo so, perché in Europa ci sono i più bravi. Ma so che siamo una squadra forte e sappiamo di poter arrivare in finale. Dunque, dobbiamo cominciare bene a casa del Porto”.
Infine una battuta sullo Juventus Stadium e la possibilità di finire tra le stelle che hanno fatto la storia del club e che campeggiano sui muri dello stadio.
“Giocare allo Stadium è spettacolare. Prima di entrare in campo vedi le foto di Platini, Baggio, Zidane, Del Piero e ti dici: “con la stessa maglia posso non dare il massimo? Io tra le stelle? Sarebbe un grandissimo onore, ma prima devo fare e vincere ancora tanto. C’è la Champions, per esempio”, conclude.