Gonzalo Higuain, attaccante della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista a Premium Sport. L’argentino ha toccato tanti aspetti della propria vita, calcistica e non, partendo dal sogno che hanno tantissimi bambini.\r\n\r\n“La mia famiglia è sempre stata molto calcistica – racconta – , mio padre e mio fratello hanno sempre giocato e la prima cosa che ho preso in mano è stato un pallone. Il mio sogno era di fare quello ho fatto e spero di migliorare ancora molto. La gioia che sento quando faccio gol è immensa. Mi chiedono se dopo una rete urlo così tanto per scaricare la rabbia ma in realtà se osservate i miei gol urlo sempre allo stesso modo. Per me la cosa più bella del calcio è segnare o fare belle giocate, per altri invece è salvare un gol o fare una grande parata. Fin da piccolino volevo sempre fare gol. Sentire uno stadio pieno che urla il tuo nome è magnifico”.\r\n\r\nCrescendo, il ‘Pipita’ ha avuto modo di ammirare tanti campioni, dai quali ha carpito qualche segreto.\r\n\r\n“Da ragazzo guardavo tanto il calcio italiano, dove giocavano grandi attaccanti come Trezeguet, Batistuta, Crespo e Montella. E poi c’era il migliore di tutti i tempi che per me è Ronaldo. Il centravanti completo che ammiro? Suarez è in un momento altissimo ed è migliorato molto rispetto a Liverpool. Anche Lewandowski è forte, così come Aguero. Ma a me piace di più un giocatore che mi fa divertire, rispetto a uno che fa gol”.\r\n
\r\nTra le fortune di Higuain da quando è alla Juventus, c’è quella di poter giocare di fianco a Paulo Dybala, un ragazzo che sta crescendo molto e che ricorda un certo Lionel Messi.\r\n\r\n“Si somigliano molto – ammette il Pipita – . Messi è migliore e lo dimostra giorno dopo giorno. Paulo è ancora giovane, ha 23 anni e dipenderà tutto da lui. Ha tutte le caratteristiche per diventare un top player ma dipende solo da lui: dovrà avere una grande forza mentale. Quando arrivi così velocemente ad alti livelli non è facile restarci per molti anni. Ci saranno molti alti e bassi, dovrà sempre mantenere un equilibrio e non ascoltare le critiche e gli elogi. Arrivare nell’elite il prima possibile è un vantaggio perché si impara a crescere velocemente e poi giochi subito con giocatori di grande livello”.\r\n\r\nPrima di arrivare in Italia, Higuain ha avuto modo di fare tanta esperienza al Real Madrid.\r\n\r\n“Sono arrivato lì a 18 anni e sono cresciuto molto. Avevo dei grandi compagni, Raul, Van Nistelrooy e Roberto Carlos mi hanno aiutato molto a inserirmi. Raul era già una leggenda e mi ha colpito moltissimo perché mi ha aiutato e mi ha dato la possibilità di essere il suo erede. Un trionfo bellissimo è stato il primo campionato a Madrid, con Capello in panchina. Io arrivai a gennaio, eravamo a 14 punti dal Barcellona, non stavamo giocando benissimo ma arrivò il momento che agganciammo il Barca e lì abbiamo capito che avremmo vinto la Liga. I record personali? Sono traguardi che alla fine ti fanno piacere ma non sono fondamentali. Preferisco vincere qualcosa di importante a livello di squadra, come la Champions”.\r\n
\r\nCon la squadra, invece, il sogno è la Champions League, che a Torino manca ormai da più di 20 anni, nonostante le tante finali giocate.\r\n\r\n“La sensazione che abbiamo è che possiamo farcela – continua Higuain – . Ma io sono venuto qui anche per vincere il sesto Scudetto perché la gente si ricorda sempre dell’ultimo trionfo. Chi ti ha fatto vincere i primi cinque resterà importante ma sarà più importante chi ti fa vincere il sesto. Ci criticano perché giochiamo male? Nel calcio non c’è più pazienza. Si vuole tutto subito, se si prendono tre giocatori di grande qualità tutti si aspettano che si vinca sempre 8-0. Siamo arrivati io Pjanic e Benatia ma siamo giocatori che ci stiamo adattando a un ambiente e a compagni nuovi, non siamo robot. Poi sicuramente possiamo migliorare ma stiamo vincendo: dobbiamo migliorare ma di poco”.\r\n\r\nSul portiere più forte mai incontrato sottolinea:\r\n\r\n“Ho avuto la fortuna di giocare con tre grandi portieri: Casillas, Reina e Buffon. Quando giocavo contro Buffon era una doppia sfida perché riuscire fare un gol a uno come lui era una cosa straordinaria. Ammiro molto Gigi perché ha la stessa fame di quando era un ragazzino. Il coro dei tifosi juventini? All’inizio non l’avevo capito ma è bellissimo e mi dà grande carica”.