Governo-Figc nulla di fatto: slitta ancora la ripresa degli allenamenti

Niente di fatto tra governo e Figc: non ci sono ancora indicazioni per la ripresa degli allenamenti, alto il rischio slittamento mentre l’Uefa mette fretta

Si è concluso con un nulla di fatto l’incontro di ieri tra Figc e governo. Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha preso ancora tempo, poiché si trova letteralmente schiacciato tra due macigni. Da una parte c’è il movimento calcistico che vuole riprendere a tutti i costi, anche rischiando qualcosa a livello di salute pur di salvare il business, dall’altro c’è il governo che ritiene il calcio l’ultimo dei problemi della pandemia che sta uccidendo ancora circa 500 persone al giorno (oltre 25mila morti fin qui).

Gli allenamenti slittano al 18 maggio?

Secondo le ultime indiscrezioni, il 4 maggio gli allenamenti non riprenderanno nemmeno a gruppi, ma solo individualmente. Riaprire i centri sportivi per far allenare un giocatore per volta, insomma, non sembra il caso. Più probabile che le due settimane di lavoro a gruppi di massimo 4 giocatori inizino a partire dal 18 maggio, ma in questo caso la ripresa delle partite (aspetto che per ora il governo non prende nemmeno in considerazione) slitterebbe al 13 giugno. Considerate le tante partite da giocare, però, in questo modo non si riuscirebbe a stare entro i limite imposto dall’Uefa.

L’Uefa ha fretta, la Juventus no

Nella giornata di ieri, infatti, il presidente Aleksander Ceferin ha fatto sapere che il 3 agosto l’Uefa vuole avere in mano i nomi delle squadre che parteciperanno alla Champions League e all’Europa League 2020-2021. Insomma, sembra che entro il 31 luglio la stagione attuale debba essere completata, giocando oppure decretando la fine anticipata delle competizioni. Alcune testate giornalistiche paventano la possibilità di proseguire anche dopo l’estate, come aveva prospettato nei giorni scorsi il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ma non spiegano come si concilierebbe la cosa con le necessità dell’Uefa. La Juventus aspetta e continua a non richiamare i suoi tesserati stranieri in Italia: anche se rientrassero domani, dovrebbero osservare 14 giorni di isolamento e non potrebbero tornare al lavoro prima del 7-8 maggio.