Hanno riempito le infermerie, maledetto la cattiva sorte e sofferto la carenza di giocatori. Domenica, quello tra Juve e Inter sarà forse il derby d’Italia, certamente quello delle crocerossine. I numerosi infortuni muscolari e traumatici hanno lasciato cicatrici evidenti sulla classifica. L’Inter ha perso terreno in autunno, quando Benitez si ritrovò a inventarsi una formazione diversa ogni tre giorni schierando una valanga di Primavera. La Juve, invece, è crollata dal terzo all’ottavo posto per colpa di un gennaio che ha falcidiato l’attacco e le speranze Champions. Solo adesso, con l’eccezione di Milito e il brivido per Marchisio, le due storiche duellanti stanno ritrovando gli uomini giusti al posto giusto, complice un mercato che ha rasentato il pronto soccorso.\r\nI campioni del mondo hanno iniziato a volare con l’arrivo di Leonardo e hanno recuperato 8 punti alla capolista Milan: grazie al rientro dei vari Cambiasso, Sneijder, Maicon e Julio Cesar, il distacco è passato dai -13 agli attuali -5 (con una partita da recuperare). Contemporaneamente, la Juve frenava e perdeva contatto dalla vetta per il crac al crociato di Quagliarella, la prolungata assenza di Iaquinta (ultima apparizione il 19 dicembre contro il Chievo), il ko dell’appena ingaggiato Toni e la latitanza tra infortuni e gol di Amauri (poi ceduto al Parma). Con il «vecchietto» Del Piero costretto agli straordinari, il riciclato Martinez e qualche giovane di belle speranze là davanti, Del Neri subiva gara dopo gara il sorpasso di altre quattro concorrenti più l’eliminazione in Coppa Italia con la Roma. «Se non ci fossero stati gli infortuni, il terzo posto sarebbe ancora nostro», sussurrava il tecnico bianconero prima di vincere a Cagliari grazie alle prodezze di Matri.\r\nIn un calcio dove si gioca sempre di più e dove non c’è tempo per programmare, gli infortuni sono cresciuti in modo esponenziale. La Juve ha già collezionato 26 ko muscolari in questa stagione (Traorè, Iaquinta, Motta e Marchisio i più recidivi) e ben 17 traumatici (Martinez e Amauri i più sfortunati). L’Inter è riuscita a battere questo piccolo record con 32 infortuni ai muscoli (Milito è il più flagellato con 5 stop, 4 dei quali allo stesso bicipite femorale sinistro) e 10 giocatori fermi per distorsioni, contusioni o rotture dei legamenti (Samuel). Una vera ecatombe, e l’argomento resta un tabù per tecnici e società.\r\nL’Inter, poi, deve difendersi dall’attacco di Benitez. «La mia avventura era iniziata discretamente e giocavamo bene – ha spiegato il tecnico spagnolo al quotidiano “Marca” -, ma gli infortuni hanno cambiato tutto. L’80% dei giocatori con lesioni muscolari aveva avuto lesioni uguali o simili nei due anni precedenti. Io e il mio staff non controllavamo il lavoro del medico e del suo preparatore atletico: le terapie e la fase di recupero erano cose loro». Poi la staffilata a Moratti: «Dopo che siamo andati via dall’Inter in un mese ci sono state altre 8 lesioni muscolari. E poi a gennaio hanno ceduto 6 giocatori, prendendone 5: adesso la squadra è praticamente nuova. Vedere parte del mio progetto attuato ora e non in estate mi fa riflettere: è il riconoscimento che avevamo ragione e che l’Inter necessitava di aggiustamenti».\r\nLa risposta di Moratti non si è fatta attendere. «Io vivo felice così – ha sorriso davanti ai microfoni di Sky – ed immaginavo la sua reazione visti i risultati di Leonardo. Però il dottor Combi ci è rimasto male: è uno dei punti di forza dell’Inter e se Benitez intendeva che gli infortuni fossero colpa sua, sfortunatamente per lui non è così». L’ultima battuta è sulle condizioni di Milito. «Qualcosa non ha funzionato? Sì, le preghiere di Benitez…».\r\n\r\nCredits: La Stampa\r\nFracassi Enrico