Genoa-Juventus 1-0, le pagelle: Vidal ancora un fantasma

Genoa-Juventus 1-0: le pagelle. Prima sconfitta stagionale per la Juve di Massimiliano Allegri, che in 20 secondi concede al Genoa l’impresa. Grottesco il modo in cui i bianconeri perdono sul terreno di Marassi, dopo che i padroni di casa avevano fatto davvero nulla per vincerla. Vidal ancora non c’è, Tevez è abilmente imbrigliato da Gasperini. Una sconfitta che non pregiudica nulla, ma ci sono troppi campanelli d’allarme.\r\n\r\nBuffon 6: Se gli avessero detto da bambino che avrebbe festeggiato le 500 presenze con la Juve in contemporanea con la vittoria del suo Genoa, avrebbe domandato subito dove bisognava mettere la firma. Peccato che il successo degli amati rossoblu sia arrivato proprio nella sfida con l’altro grande amore di Gigi, la Vecchia Signora, e nella maniera più sbeffeggiate che si potesse immaginare: a 30 secondi dal termine e con la prima vera occasione da gol creata dai padroni di casa.\r\n\r\nBonucci 5.5: Bene tutta la partita, ma negli ultimi 30 secondi si dimentica completamente che le gare hanno anche i minuti di recupero. Inutile girarci tanto intorno: sull’azione del gol, la marcatura è veramente superficiale.\r\n\r\nOgbonna 5.5: Da centrale se la gioca molto meglio e, a parte due sole sbavature, disputa una partita più che sufficiente. Il palo gli nega la gioia del gol, ma nessuno gli chiede di improvvisarsi bomber. Piuttosto, sarebbe più gradita concentrazione fino alla fine della partita, e non solo 93 minuti su 94. Quella sul gol dei rossoblu la seconda, ma determinante, sbavatura della sua gara.\r\n\r\nChiellini 5.5: Partita di sacrificio e spirito combattivo, ma oltre la propria metà campo i limiti tecnici si fanno parecchio evidenti. Per il finale di gara, vedere discorso fatto sopra per gli altri due compari. Il gol di Antonini andava evitato con una marcatura adeguata in mezzo all’area, non una scivolata alla disperata col pallone già in porta.\r\n\r\nLichtsteiner 6: Spinge, si danna l’anima e cerca di mettercela tutta, ma in fase offensiva crea abbastanza poco. Non mancano le spinte, ma l’uomo ogni tanto andrebbe saltato.\r\n\r\nVidal 5.5: Nì. Voglia, corsa (tanta), ma parecchia imprecisione. In mezzo al campo il contributo non è il solito e così la sua partita finisce in anticipo con un po’ di fastidio. Il pomeriggio col Palermo non l’ha resuscitato.\r\n\r\nMarchisio 6+: Sostanza, geometrie e fluidità alla manovra. Al momento è forse il vero insostituibile nel centrocampo di Allegri, e finché Pirlo non tornerà alla condizione migliore, bisognerà fare affidamento sulle giocate del principino. Volenti o meno.\r\n\r\nPogba 6+: Compare e sparisce nell’arco della partita come una carta fra le mani di Houdini, ma quando decide di farsi vivo, lo fa con classe estrema. Roveghe, flip-flap, salta avversari in ogni modo. Tuttavia la marcatura di Mandragora lo tiene col cappio alla gola e così l’impronta alla gara non è delle più accentuate.\r\n\r\nAsamoah 6-: Un po’ poco fare il solito compitino difensivo per uno con quella esplosività nelle gambe. Se trovasse un minimo di intraprendenza in più, offrirebbe ai propri compagni ulteriori sbocchi offensivi per attaccare la porta.\r\n\r\nTevez 6+: Pimpante come al solito e sotto stretta osservazione della difesa avversaria. È una vera mina vagante, ma vicino ai 20 metri dalla porta perde molto di concretezza.\r\n\r\nLlorente 6-: Tiene discretamente impegnata la retroguardia rossoblu, ma oltre ad una imperiosa girata in area di rigore, combina poco in zona gol.\r\n\r\nMorata 6+: Probabilmente tra i migliori dei suoi. Entra col compito di portare pepe all’attacco bianconero e riesce molto bene nei compiti che gli assegna Allegri. Dribbla, scatta, tira in porta: offensivamente perfetto. Peccato che anche ieri sera il migliore degli avversari sia stato il portiere e come con l’Olympiacos la rete è destinata a rimanere inviolata.\r\n\r\nPereyra S.V.\r\n\r\nAllegri 6: Mettiamoci un po’ di tutto. Da un centrocampo che è monco del miglior Vidal, alla sfortuna, passando per quella superficialità che ogni tanto riemerge nel reparto difensivo. In fatto di gioco qualche passettino indietro è stato fatto (nonostante sia stata la sua squadra a mantenere il possesso palla) e davanti non si riescono a trovare soluzioni per affondare. Qualcosa sta cambiando lì in mezzo, soprattutto certi automatismi, che pian piano si stanno sostituendo a quelli della schiacciasassi contiana. Certo è che questo momento di rivoluzione è meglio che passi alla svelta. Per il bene della Juve e del suo percorso nelle varie competizioni. Anche perché riuscire a campare di rendita con una creatura ibrida è molto complicato.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni