Vede uno squarcio e non si sente più Don Chisciotte contro i mulini a vento. Giuseppe Gazzoni Frascara ha ricominciato a far di conto. La prima sentenza del tribunale napoletano su Calciopoli lo ha convinto che ci sia una via per ottenere i danni. Gazzoni gira e vive avendo in testa, e negli occhi, il bilancio della Juve della quale è azionista. «Ho un’azione da un euro», racconta. Ma non sarà quella che lo ricompenserà dei danari persi con il Bologna e del grande imbroglio di cui si è sentito vittima.\r\nE tutto torna alla battuta che gli fece Gianni Agnelli, proprio su Moggi. «Un male necessario». Parla di questa Juve e ammette: «I conti sono perfetti come i bilanci». Aggiunge l’osservazione che lo interessa. «Sul prossimo bilancio c’è un forte rischio accantonamenti. Secondo il bilancio al 30 settembre, la società ha in cassa 42 milioni e 75 accantonati, saliti a 81. Tutto destinato a un’eventuale soccombenza». Soccombenza nel processo per i danni richiesti ai club (Juve, Lazio, Fiorentina) per circa 160-170 milioni di euro dalle tre squadre coinvolte (Bologna, Atalanta, Brescia), oltre a Rai, federcalcio, associazione consumatori. Ad ogni società potrebbero essere destinati 40-50 milioni. E per la conclusione della vicenda giudiziaria serviranno ancora quattro anni. Riassunto: «Una transazione sarebbe la cosa più logica».\r\nMa c’è altro. L’ex presidente del Bologna vorrebbe far causa anche alla federazione. «Gli vado addosso per il danno personale ricevuto. Per regolamento, la Figc deve vigilare sulla regolarità del campionato. E così non è stato quando Carraro ha chiesto un occhio di riguardo per la Lazio». Dunque? Il colpo di scena. «Potrei chiedere a Moggi di testimoniare a mio favore stavolta. La storia l’ha raccontata anche lui». Vedi un po’, ieri Carraro ha spiegato di averlo chiesto «per motivi di ordine pubblico». Come non bastassero le forze dell’ordine.\r\nMa Gazzoni risponde e si risponde alla domanda inevasa. «Perchè è successo Calciopoli? Perchè Milan e Inter avevano due mecenati. Alla Juve il mecenate chiuse i rubinetti e i gestori della società inventarono un modo per vincere. Tranne il tosaerba, misero tutto sotto controllo». Si domanda, invece, e non trova risposta almeno in via ufficiale. «Perchè la Juve non ha mai avanzato azione di responsabilità nei riguardi della precedente dirigenza che ha provocato un buco da 100 milioni di euro con le retrocessione in serie B?». Ogni malizia è accettabile.\r\nInfine spiega che la condanna di Dondarini avalla l’ipotesi che Chievo-Fiorentina, chiusa con il successo dei viola (2-1 e con un rigore negato al Chievo), sia stata combinata. «Se non vinceva, la Fiorentina era retrocessa». E ieri Dondarini ha formalizzato le dimissioni da dirigente della categoria. Invece il presidente del Cagliari Cellino, che per la terza volta non si è presentato al processo di Napoli, sarà accompagnato dai carabinieri nell’udienza del 22 dicembre. Gazzoni, uomo di mondo, sorriderà.\r\n(di Riccardo Signori per Il Giornale)