Manolo Gabbiadini attaccante in prestito al Bologna ma di proprietà della Juventus è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport a due giorni dall’importante sfida che si giocherà sabato sera al “Dall’Ara” di Bologna. Ecco le impressioni dell’attaccante bergamasco classe 1991 sul match contro la sua squadra di proprietà: «Sono carico e sereno. Non soffro d’ansia per questa partita. Per me il calcio si fonda su tre regole: giocare bene, divertirsi e, possibilmente, vincere. Le prime due si coniugano più facilmente, la terza dipende da tanti fattori a cominciare dal valore degli avversari che, in questo caso, sono fortissimi». \r\n\r\nLa Juve lo voleva con sé a Torino già a gennaio per sopperire all’infortunio di Bendtner, ma Manolo alla fine è rimasto sotto le Due Torri e a Bologna sta giocando con continuità: «L’estate scorsa ho firmato un contratto col Bologna e mi sembrava corretto rispettarlo fino in fondo. Perciò va bene così. Peraltro ci tengo a dire che non so nulla del mio futuro e che prima di andare alla Juve dovrò meritarla. Devo crescere ancora tanto».\r\n\r\nGabbiadini si sofferma sulle migliori qualità che possiede il gruppo bianconero: «La Juve gioca col talento di una grande, ma con lo spirito di una provinciale perché corre tantissimo e, spesso, il suo dominio comincia sotto l’aspetto atletico. Il punto di forza è la mediana a cinque. Conte gestisce un grande gruppo, non ha bisogno di un top player».\r\n\r\nEcco poi cosa afferma se si paventasse la possibilità di un suo goal alla squadra che ne detiene il cartellino. Contro l’Atalanta squadra in cui è cresciuto ha segnato e non ha esultato. «Sono situazioni diverse. Nell’Atalanta sono nato e cresciuto, alla Juve non sono mai passato e perciò non mi sento un ex. In genere non sono abituato a festeggiare tanto, ma se si trattasse del gol della vittoria…».