Franco Rossi: “Quello di Ferrara? il modulo a casaccio”
Quando si parla di partite di un certo livello, la parola chiave e’ la personalita’, cioe’ la componente piu’ importante della classe. Il Milan ha una squadra logora, vecchia e bollita, squadra che arrivera’ a una quindicina di punti dall’Inter, ma se c’e’ da giocare una partita come quella di mercoledi’ sera al Bernabeu ci riesce meglio di chiunque altro in Italia.\r\nE’ stata la prima italiana a vincere la Coppa Campioni e rimarra’ l’ultima ad aver vinto la Champions chissa’ ancora per quanti anni, ma quel che riesce a fare nei quattro i cinque minuti nei quali e’ in stato di grazia e’ qualcosa di spettacolare. A Marsiglia Seedorf ha inventato due assist per Inzaghi e a Madrid negli ultimi minuti ha trascinato il Milan alla vittoria: l’olandese non a caso di Champions ne ha vinte cinque con tre squadre diverse.\r\nIn campionato non ha piu’ la forza di giocare cinque partite di seguito ad alto livello e per un torneo di trentotto giornate e’ utile, ma niente piu’.\r\nSul palcoscenico europeo si trasforma e per lui in certe occasioni, nelle grandissime occasioni andrebbe bene la voce di Caterina Valente che canta “personalita’”.\r\nPato ha dato l’impressione di voler recitare solo in un grande palcoscenico, in una vetrina internazionale che gli puo’ servire a trovarsi una sistemazione faraonica in futuro.\r\nDi Milan-Chievo o Napoli-Milan sembra non fregargliene nulla, anzi da’ l’impressione di volersi risparmiare giocando come se fosse una stella del calcio femminile.\r\nMa a Madrid ha tirato fuori dal suo repertorio acuti strepitosi: anche lui e’ piu’ da Champions che da Campionato, cosi’ come un po’ tutti quelli del Milan, a parte Dida che e’ pronto per la pensione.\r\nAl Milan serviva una grande prova e l’ha ottenuta, alla Juve servivano tre punti e li ha ottenuti.\r\nla Juve ha messo in mostra il miglior Buffon degli ultimi tempi e tanto le e’ bastato.\r\nE il gioco?\r\nE’ stato di una bruttezza che oserei dire raffinata, tanto e’ sembrata cosi’ poco casuale.\r\nFerrara aveva annunciato un cambio di modulo, da un 4-3-3 a un 4-4-2 poi diventato un 4-2-3-1 e infine un 4-3-2-1 hanno spiegato i cosidetti esperti.\r\nIn realta’ e’ stato un modulo “a casaccio” , con giocatori che hanno continuato a far quel che volevano per novanta minuti.\r\nMa servivano i tre punti per alimentare la speranza di arrivare agli ottavi.\r\nE tre punti sono arrivati, in attesa che qualcuno si decida a far giocare Diego attaccante vicino all’area e non in mezzo al campo.\r\n\r\nCredits: Franco Rossi (sito web personale)\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it