Fiorentina-Juventus, analisi tattica: lo schema ad albero di Natale

GLI SCHIERAMENTI\r\n

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La Fiorentina scende al Franchi in versione 4-2-3-1, con Frey tra i pali, Comotto, Natali, Felipe e Gobbi a comporre, da destra a sinistra, la linea difensiva, Montolivo e Cristiano Zanetti interni di centrocampo, Marchionni e Vargas sulle fasce, con Jovetic dietro il centravanti Gilardino. Zaccheroni, abbastanza a sorpresa, esclude Del Piero dagli 11 titolari. La Juventus mette in mostra uno schieramento inedito che, per semplicità, si può definire un 4-3-2-1. In porta c’è Manninger; in difesa, da destra a sinistra Zebina, Legrottaglie, Chiellini e Grosso; il terzetto di centrocampo è composto da Melo vertice basso e Marchisio e Sissoko ai fianchi. Candreva e Diego giostrano alle spalle di Trezeguet.

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SVILUPPI TATTICI DEL MATCH\r\n

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La Fiorentina, rispetto a molte delle ultime uscite, abbandona il modulo 4-3-3 e torna al 4-2-3-1, probabilmente con l’intenzione di attaccare le fasce della difesa juventina utilizzando le catene laterali, Comotto-Marchionni a destra e Gobbi-Vargas a sinistra, sfruttando in proprio favore il centrocampo a tre bianconero che dovrebbe soffrire i due esterni viola molto larghi. Il gol al 2° minuto di Diego da un’impronta abbastanza chiara al match, con la Fiorentina ad avere il predominio territoriale e del possesso palla e la Juventus a difendere, abbassandosi nella propria metà campo, senza sviluppare azioni di pressing nella metà campo avversaria. La strutturazione difensiva dei bianconeri prevede una linea di 5 centrocampisti a fronteggiare gli attacchi viola, con il solo Trezeguet a “ballare” tra i centrali difensivi avversari, o, più spesso, a mettere in ombra il centrocampista basso avversario. Nella diapositiva seguente un esempio ben visibile della linea di 5 centrocampisti.

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In realtà la disposizione difensiva più comune dei 5 centrocampisti è mostrata nella prossima diapositiva con Candreva che si abbassa tra Melo e Marchisio, con quest’ultimo, che si allarga a destra.

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Nella prima mezz’ora di gioco, nonostante il già citato predominio territoriale e di possesso palla della Fiorentina, la Juventus controlla con sufficiente tranquillità il gioco dei viola che non riescono a rendersi pericolosi, fatta eccezione per l’occasione al 7° minuto di Gilardino, abbastanza casuale, e per le tante punizioni dal limite concesse da Damato allo stesso centravanti fiorentino. Il piano di Prandelli di attaccare per vie esterne è disinnescato dalla disposizione difensiva del centrocampo bianconero, che non concede superiorità numerica sulle fasce ai viola. Particolarmente felice è la posizione allargata di Marchisio, già mostrata, che consente di contrastare efficacemente la catena Gobbi-Vargas. La propensione offensiva del terzino viola è assorbita invece che da Candreva, da Marchisio, che risparmia così al n°29 bianconero profondi ripiegamenti difensivi. Dall’altro lato, Comotto, molto più difensore di Gobbi, ha meno capacità offensive. e viene agevolmente controllato da Diego e, in posizione più bassa, da Sissoko. Controllate efficacemente le fasce, la possibilità per la Fiorentina di sviluppare la manovra centralmente, appoggiando il gioco sul trequartista, è inibita dall’ottima prestazione in interdizione di Felipe Melo, che, gravitando nella zona di Jovetic, lo isola dalla manovra e, con incessante continuità, riesce a rubare palla al giovane montenegrino. La Juventus quindi riesce a controllare con sufficiente tranquillità i principali sviluppi del gioco della Fiorentina e a gestire bene la fase di non possesso palla.

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Fino al gol di Marchionni la fase di possesso della Juve è costituita essenzialmente dalla ripartenze dopo recupero palla. Il pressing offensivo dei viola e la loro difesa alta, non consentono ai bianconeri fasi prolungate di palleggio preparatorio. Per sfuggire alla pressione degli avversari, la Juve prova, con discreto successo, ad allungare la squadra viola giocando con rapidità in verticale. Fondamentale in questo senso la posizione in fase di non possesso di Candreva già mostrata, che gli consente, oltre a non sfiancarsi in fase difensiva, di potere fungere da scarico immediato dopo la riconquista della palla e, anche grazie al suo dinamismo, di rilanciare con velocità la fase offensiva.

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Ecco un esempio. Nella diapositive seguenti si nota Melo che recupera palla su Jovetic (una delle tante volte) e trova subito dinanzi a se Candreva, con Marchisio largo. Candreva si gira con rapidità e trova sulla verticale Trezeguet.

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