Fiorentina-Juve ed il Paese dei veleni

(Di Gaver) Che sia una partita sentita non sono certo io a scoprirlo, che sia stato sempre e comunque il classico match risolutorio di una stagione infausta (soprattutto in chiave viola) è prassi quasi consolidata, ma che dovesse anche essere vista e additata come scontro di poteri forti perfino in ambito finanziario ed economico penso che sia sinceramente voluto da un eccesso tutto Italico.\r\nLa speranza di ogni sportivo (che si rispetti) era di assistere ad una partita tra due filosofie di gioco, tra due allenatori capaci di dare alle proprie squadre un’impronta ben marcata ed un gioco che si faccia apprezzare, con da una parte un brillante emergente come Montella e dall’altra Antonio Conte sempre più consolidato come miglior allenatore Italiano, coadiuvato in questo periodo da un Massimo Carrera encomiabile.\r\nE invece… Ci tocca, per l’ennesima volta, sorbirci il consueto teatrino tutto di “casa nostra” che contrappone tutto a tutti, che riempie pagine di giornali di risse fumose ed a tratti inverosimili, che scatena nei salotti di tv e radio una miriade di psuedopensatori del pallone capaci di dire e ritrattare un po’ tutto nell’arco di 48 ore, tutte sceneggiate che danno ancora una volta un’immagine deleteria di un paese già di per se incline a scandali sia subdoli ed acclarati, nonchè a goffi tentativi di accaparramento di denari che non farebbero invidia al peggiore dei cartoni animati, una schiera di “Lupin” in chiave comica, che sinceramente non fanno più ridere nessuno. Ma vorremmo parlare di sport, tentare di ridare a questa penisola un po di sorrisi e momenti distesi almeno dinanzi a quello che un tempo era un passatempo ed una passione capace di limare ogni tensione, di diradare i problemi che la settimana faceva forzatamente accumulare.\r\nEd invece no, neanche quello è più possibile, neanche una semplice richiesta di serenità dinanzi a 22 uomini che corrono in mutande dietro ad una palla sa essere più assecondata in un paese che distribuisce veleni e dubbi ad ogni suo passo, a qualunque livello.\r\n\r\nFiorentina-Juve sarebbe potuta essere una gran bella gara, una di quelle da godersi in poltrona come allo stadio, magari da ricordare per le perfomance in campo di due squadre che, ne son convinto, in un altro paese darebbero solo uno spettacolo sportivo, nulla più.\r\nInvece no, i pensatori intellettuali non lo consentono, non credono sia opportuno ridurre una partita solo a quel che realmente è, ovvero uno spettacolo sportivo; questi pensatori han voglia di altro, han pieno desiderio di contrapporre popoli e città, idee, modi di vivere, persino modi di essere.\r\nQuindi ritengono opportuno, ancora una volta, “prenderla” da lontano, iniziando ad innescare la partita di stasera non sul confronto tra Conte (&Carrera) e Montella o sulla sfida tecnica che il confronto offre, ma sulla contrapposizione tra poteri che, se bene analizzati, poco hanno a che fare con il confronto calcistico di cui sopra; si vuol far passare la disputa come un affare persino privatistico tra gli Agnelli e i Della Valle, anche alla luce delle contrapposizioni mediatiche di questi giorni che tra l’altro prevaricano quelli che realmente sono i connotati del confronto, dando così un fondo di eccessiva aspettativa all’interno di due tifoserie contrapposte per storia.\r\nMa i soliti pensatori dovrebbero avere la capacità (?) di scindere le due cose, di scrivere anche che Fiat intesa come azienda poco ha a che fare con la Juve, controllata si dalla finanziaria di famiglia, ma che è ormai una spa che cammina con le proprie gambe dal 1994; e che la Exor è a volte anche ente che sovvenziona (con pagamento di interessi) le attività della Juve stessa.\r\nMa nulla da fare, non c’è verso di voler far viaggiare le cose nel loro giusto senso, tutto come se, pensateci bene, a farle semplici certe dinamiche non divertano più nessuno; per la serie, “se non ci vedo dietro una possibile problematica o un probabile complotto non riesco ad appassionarmi”.\r\n\r\nE forse è quel che accade ai tanti generatori di veleno che ogni giorno, nostro malgrado, dobbiamo sopportare con la nostre coscienza e supportare, cosa ancora più pesante, con i nostri finanziamenti ad un’editoria sovente discutibile e quasi mai imparziale ed equilibrata.\r\nSpero vivamente che i protagonisti in campo di stasera sappiano spegnere l’animo da guerriglia urbana che qualcuno vorrebbe alimentare in loro, e ci sappiano fare innamorare ancora di uno sport sempre più specchio di un paese desolante; cosi come confido in coloro capaci, negli anni, di creare realtà industriali ed imprenditoriali fuori dal comune e che stasera saranno contrapposti solo da una fede sportiva.\r\nA loro dico, non si può mandare in soffitta il vostro genio sacrificandolo sull’altare di una competizione costruita sui giornali ed alimentata da pettegolezzi e battute fuori luogo; riappropriamoci di un copione che, se è nostra volontà, sappiamo recitare bene; il copione di un paese capacissimo di reagire alle storture della vita, fatto da uomini che storicamente han fatto del loro talento una prerogativa ed una qualità indiscutibile.\r\nChe l’Italia sappia essere da esempio, almeno per una sera, almeno su un campo da calcio.