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Fiorentina-Juve 0-1: bene capitan Danilo, de Ligt insuperabile

Il giudizio di Dio sulla semifinale di andata di Coppa Italia

Fiorentina-Juve 0-1, il giudizio di Dio su quanto accaduto ieri sera al Franchi: Perin porta a casa un clean sheet, soprattutto grazie a Danilo e De Ligt.

PERIN 6.5 – Alla fine fa il suo. Armani chiama, Agnelli parla con Arrivabene, che informa Max Allegri: ma è mai possibile che nel 2022 ci sia ancora un portiere che si vesta in quella maniera?

DANILO 6.5 – Indossa la fascia di capitano alla Gianni Morandi; lui di musica se ne intende: festival, dischi d’oro e premi e canticchiava: c’era un ragazzo che come me, giocava a calcio coi Rolling Stones.

DE LIGT 6.5 – È l’unico ad aver parlato papale al mister: va bene che mi hai dato un ruolo di responsabilità, eppure una autobiografia in 7 volumi è improponibile. Il ragazzo ha abbandonato la lettura delle bozze a pagina 18 dell’introduzione del primo: Max Allegri e il calcio filosofale.

DE SCIGLIO 5 – Resta a dormire. Nonostante nello spogliatoio sia girato il libro del tecnico (Max Allegri e lo spogliatoio dei segreti): chi corregge le bozze ottiene il rinnovo; lui non è riuscito a prendere nemmeno il treno dal binario 9 e ¾.

AKE’ 5.5 – Alla fine non fa male. Si ferma troppo spesso a commentare il film Red 2, in cui Bruce Willis ha sempre una smorfia divertita, con il terzino della Fiore.

CUADRADO 6 – Le direttive erano chiare: non è strip poker? Non ci interessa. Allegri ha ragliato: passa anche se hai 3 assi in mano, tanto questi non si spogliano.

LOCATELLI 5 – Pare che David Crockett ad Alamo non sia morto con il cappello da trapper di volpe rossa del Québec, roteando il fucile per spaccare teste di nemici, ma sia stato fatto prigioniero, dopo essersi nascosto nel fienile e abbia implorato pietà ai centrocampisti della Fiorentina che lo assediavano.

RABIOT 5.5 – Resta a dormire con i compagni dopo aver visto la Melevisione: il lupo Lucio, Tonio e Milo, i folletti del fantabosco, Bob aggiusta tutto, la fata turchina e il cammello senza gobbe. Poi al 90tesimo si sveglia dall’incantesimo, con un grosso sbadiglio.

ARTHUR 5.5 – Ha una autonomia dichiarata di 320 km, a partita, solo se ha mangiato 5 kinder cereali. Accelera da 0 a 100 in una decina di minuti, passa esclusivamente laterale, non prima del terzo tocco

PELLEGRINI 5 – Su quella fascia c’è aria di picnic. Lui accende Netflix, invita un po’ di amici dalla panchina e si gusta un’ottima bottiglia di chianti, mentre gli altri continuano a giocare.

KEAN 5 – Scende in campo con il libro infilato tra i pantaloncini e le mutande: Max Allegri e il calciatore di Azkaban. L’allenatore è stato categorico, correggimi le bozze!

VLAHOVIC 6 – Resta tutto il tempo a parlare con Igor: il dibattito accesissimo è se sia nato prima l’uovo o la frittata; ma entrambi non sono riusciti a giungere alla soluzione, preferiscono le uova strapazzate e leggono Kierkegaard.

MORATA 6 – S’è preparato bene, ha studiato tutto il tempo in panchina. Poi scende in campo e si accorge che di Aspettando Godot, opera preferita di Max Allegri, è già al secondo atto.

ALLEGRI 5 – Sempre più preso a scrivere la sua autobiografia in 7 volumi, si dimentica di osservare quel che accade in campo. Scrive qualche paragrafo del volume 5 (Max Allegri e l’ordine della Vittoria) e del volume 6 (Max Allegri e il calciatore Mezzosangue), ispirandosi a classici moderni della narrativa di successo italiana: va dove ti porta il cavallo, il cavallo geniale, il commissario Montalbano e il caso del cavallo.

TENET IN THE DARK – Alla fine ha fatto tutto la Fiorentina: qualche tiro in porta, una pressione costante, delle belle ripartenze, dei triangoli ragionati, i fischi a Vlahovic e anche il gol.

E già perché la strategia della Juve era chiara. Partita bloccata, vita beata. E allora vedi gli undici in campo che si allungano sotto le lampade abbronzanti a titillarsi, senza mai riuscire a uscire dall’area.

E alla fine ci si chiedeva: ma s’è tirato in porta?

Poi va bene tutto, ma è da settembre che nemmeno si organizza il contropiede.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni