Plusvalenze Juve, la FIGC non molla la “carta segreta”: ricorso contro il TAR

La FIGC non ci sta e impugna la sentenza del TAR che aveva concesso alla Juve la possibilità di consultare la nota della Covisoc finora tenuta segreta dalla Procura Federale. Pronto il ricorso di Gravina.

La Juve si concentra sulla sfida di domani sera contro la Sampdoria per tornare a fare punti in campionato dopo il ko di Roma. Max Allegri prepara la squadra per affrontare al meglio la gara sul campo, ma la testa dell’ambiente è distratto dalle vicende giudiziarie. Dopo la sentenza del TAR, la FIGC non ci sta e ha presentato ricorso al Consiglio di Stato per non permettere ai legali bianconeri di accedere alla nota Covisoc, la famosa carta segreta che potrebbe invalidare l’intero processo.

Caso plusvalenze, la FIGC sfida il TAR: non vuole mostrare alla Juve la nota della Covisoc

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 (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Il TAR del Lazio è stato chiaro: la FIGC deve concedere ai legali della Juve la possibilità di consultare la nota della Covisoc. Definita “carta segreta” visto che la Procura Federale non ha dato la possibilità alla difesa bianconera di visionare il documento, il tribunale amministrativo ha accolto il ricorso di Fabio Paratici e di Federico Cherubini e ne ha disposto la consultazione. La federazione però non ci sta e ha deciso di impugnare la sentenza ricorrendo al Consiglio di Stato.

Secondo la FIGC infatti si è violata la pregiudiziale sportiva, cioè non si è arrivati al compimento dei tre gradi di giudizio della giustizia sportiva e l’intervento della giustizia ordinaria sarebbe intempestivo. In realtà il contenuto della nota non si conosce, come confermato dal CFO bianconero Francesco Calvo: “È stata molto enfatizzata, in realtà è una carta protocollata che noi chiedevamo fin dall’inizio del procedimento: non ne conosciamo il contenuto e attendiamo il giudizio. Oggi è impossibile prevedere se questo cambierà qualcosa o meno”.

Dunque, la Federazione è talmente sicura della sentenza che non vuole permettere all’imputato di accedere a ogni documento per difendersi al meglio.