ferrara_serioDovrà risolvere un bel dilemma, Ciro Ferrara , accostandosi alla sfida di Champions League contro il Bayern, mercoledì a Monaco, che già tanto conta per il futuro cammino: giocarsela o meno con Diego, questo è il bivio dopo aver visto ieri pomeriggio il brasiliano, singhiozzante davanti al Bologna . «L’ho voluto far giocare – ha spiegato alla fine il tecnico bianconero, aprendo sostanzialmente la riflessione – e domani (oggi per chi legge, ndr) vedremo come reagisce. Si vede che gli manca la brillantezza, ma non poteva essere altrimenti».\r\nDiego era al rientro, dopo il guaio muscolare che l’aveva azzoppato sabato 12 settembre all’Olimpico di Roma, e una partenza lenta era pronosticabile: clinicamente è aggiustato, ma la forma non può essere splendente. Servono minuti sul prato, raccomanda la ricetta in questi casi, ma si possono donare in una battaglia con il Bayern? La cosa confortante è che il brasiliano, appena uscito con il Bologna , ha detto che il test è andato bene e che non sentiva alcun dolore: oggi e domani si valuteranno ancora le sue condizioni, poi si deciderà. Questione mica semplice, perché Ciro cammina sul crinale: qualsiasi cosa decidesse, con il senno di poi potrebbe essere impallinato dalle critiche.\r\ndiego_okSe è vero che, senza Diego, la Juve anti-Genoa è stata una delle versioni più belle e compatte, resta indubbio che il brasiliano è la stella del mercato, quello preso subito per fare cambiare assetto ai bianconeri e fare la differenza. Da stanotte, Ciro ci rifletterà: «Diego riuscirà a recuperare? Vediamo». Rinunciando a lui, toccherebbe di nuovo a un centrocampo corazzato, per dire, con Poulsen (argh! ndr) insieme a Marchisio e Felipe Melo, con Camoranesi a fare un lavoraccio tra copertura e costruzione di gioco. Trincee che hanno funzionato con il Genoa, potrebbero far comodo pure dentro l’Allianz Arena, dove Ribery e Robben, incursori molto larghi possono farti a fette. Diradati i dubbi su Diego, resterà un altro ballottaggio, in attacco, perché David Trezeguet s’è ormai candidato a un posto fisso anche nelle partite che contano. Il francese, per i numeri, è il miglior attaccante bianconero: tre reti fin qui, una ogni 89 minuti. «Per il risultato mi dispiace, siamo tutti delusi – ha detto David – perché questa è una grande occasione persa. Ma se mi chiedete come sto, dico che sto ritrovando le mie sensazioni, che sto bene e sto tornando a giocare con un po’ di continuità ».\r\nMagari ha limitato i movimenti rispetto al passato, ma l’indole in territorio nemico pare sempre la stessa: tocca e segna, ieri come giovedì a Marassi, in una manciata di minuti. Per questo si candida per un posto da titolare mercoledì in Champions, finalmente: «Una ragione per lasciarmi fuori? Non lo so, deciderà l’allenatore, come sempre. Io mi sento bene e sto lavorando, cercando anche di dare una mano alla squadra, come Ferrara  ci ha chiesto: lui è stato molto chiaro a inizio stagione ». La maglia, a occhio, la potrebbe soffiare ad Amauri, in campionato a secco da sette mesi e, nelle ultime uscite, pure avamposto meno sicuro per le giocate avanzate: aveva iniziato con due partite da padrone, pur senza segnare, ora s’è un po’ piantato. Non la butta dentro, ma non gli riescono neppure più gli slalom e le sponde di testa per i colleghi. O lui o David, allora: levare lo Iaquinta di questi giorni, sarebbe un’eresia.\r\n\r\nCredits: La Stampa\r\nFracassi Enrico per Juvemania.it