FerraraLa Juventus è arrivata al suo capolinea e il “signori si scende” vale per tutti, a comin­ciare dal manovratore. Per ora, certo, poi a giu­gno toccherà al resto della truppa. Non c’è più tempo, non ci sono più margini per aspettare una resurrezione pataccata come i Rolex che vendono al mercatino di Bangkok, non c’è più bisogno di capire che in questa squadra persino Leo Messi farebbe la figura del fesso e Cristia­no Ronaldo faticherebbe a esprimersi. Da oggi se ne devono preoccupare Blanc, Bettega, Secco. O, più su, John Elkann. Così la Juventus non va da nessuna parte, così la Juventus muore di morte innaturale.\r\nSei sconfitte nelle ultime otto partite, otto in to­tale compresa la Champions League, sono una condanna al patibolo. Da che mondo è mondo, da che Juventus è Juventus, i successi sono sem­pre stati costruiti sulla tenuta della difesa. Quel­la bianconera ha buscato 25 gol in 19 gare di campionato: a pioggia, è ovvio, è venuto il resto: Diego irriconoscibile, Melo irriverente, Canna­varo tremebondo, Grosso impresentabile. Sono i quattro rinforzi dell’estate, più Ferrara che ora diventa indifendibile. E, non a caso, per la prima volta è stato scaricato pure dai tifosi. In questa Juventus nessuno sembra essere in grado di combinare qualcosa non di bello ma per lo meno di decente. E’ il segno, il segnale, di una regressione irreversibile.\r\nNon funziona nul­la, a dispetto del modulo cambiato, dei giocato­ri strigliati, dell’avvento di un (vice) dg che in teoria avrebbe dovuto guarire la Grande Mala­ta. Adesso, bevuto il brodino di Parma, siamo al­le solite. Cioè all’esigenza di cambiare rotta, per­sino a costo di gettare alle ortiche il secondo pro­getto di fila. Il terzo non può che portare in cal­ce il nome di Guus Hiddink, un santone del cal­cio mondiale, per la verità anche l’unico rima­sto disponibile su piazza. L’errore più grande e più grave sarebbe portare avanti l’agonia.\r\n\r\ndi Vittorio Oreggia per Tuttosport\r\n\r\n\r\n