Fabio Capello, quanto dolore: “Un monumento del calcio” | Il ricordo resterà indelebile
Le parole nei confronti dell’ex tecnico bianconero lasciano amarezza in tutti gli addetti ai lavori per una situazione che si è consumata in maniera tragica.
Uno degli allenatori italiani più importanti e vincenti degli ultimi anni è senza dubbio Fabio Capello. Ormai fermo da diverso tempo dopo l’ultima esperienza in Cina, il 77enne è diventato opinionista televisivo, abbandonando quindi il ruolo di mister.
Nel corso della sua storica carriera ha guidato squadre del calibro di Milan, Roma, Real Madrid e Juventus, vincendo praticamente di tutto, senza dimenticarsi poi le esperienze alla guida delle selezioni nazionali di Inghilterra e Russia.
Di recente però lo storico tecnico è intervenuto su un tema a lui molto caro, che lo ha fatto quasi scoppiare in lacrime.
L’annuncio che ha tirato in ballo di nuovo la questione
Calciopoli non finisce mai. Questa volta a parlare di uno degli scandali più irrisolti del calcio italiano è stato il direttore editoriale di Radio Radio Ilario Di Giovambattista, che a margine di un evento ha potuto ascoltare proprio Fabio Capello, allenatore di quella Juventus depredata di quei famosi scudetti.
Il giornalista è rimasto esterrefatto da come il tecnico sentisse suoi quei successi, definendolo quasi in lacrime per il dispiacere provato, spiegando inoltre le motivazioni che hanno portato il mister a rimanere così convinto dell’innocenza bianconera e deciso a difendere i tricolori conquistati sul campo.
Le parole di Di Giovambattista su Capello
”Ieri sera, mentre a Genova veniva negato un rigore netto alla Juve in Genoa-Juve, ero sul palco della Convention di Creditpass a Roma con Fabio Capello. Sul palco mi ha molto colpito la forza con la quale ha difeso i suoi due scudetti annullati da calciopoli. Fabio ha parlato senza peli sulla lingua di un vero furto, di vergogna. La Juve ha 38 scudetti non 36, quei due le sono stati rubati”.
”Solitamente queste cose le sentiamo dai tifosi juventini, ascoltate da un monumento del calcio come Capello che fa della difesa dei principi e della giustizia la base della sua vita colpisce credetemi. Parlava di quella Juve con le lacrime agli occhi, diceva che era fortissima, spaziale, non aveva certo bisogno di aiuti esterni. Ha dato la base alla nazionale campione del mondo di Lippi. Come dargli torto”.