Ex rettrice Perugia: “Nessuna pressione dalla Juentus per esame di Suarez”

L’ex rettrice dell’Università di Perugia in cui ha tenuto l’esame Luis Suarez evidenza la totale estraneirà della Juventus dai fatti

L’ex rettrice dell’Università per gli stranieri di Perugia torna a parlare del caso Suarez scagionando completamente la Juventus. In un’intervista rilasciata a La Repubblica, Giuliana Grego Bolli ripercorre la vicenda relativa all’esame del calciatore uruguayano che nei giorni scorsi ha già detto la sua sulla vicenda, confermando che non ci fosse solo la Juve sulle sue tracce. “Non ho mai avuto la sensazione che ci fosse la volontà di favorire la Juventus, né pressioni di alcun genere. A me di Suarez non importava niente – dice l’ex rettrice – Quando il rettore dell’Università degli Studi di Perugia mi ha chiamato per dirmi che la Juventus stava cercando di fargli fare l’esame di italiano, mi hanno dovuto spiegare chi fosse. Il calcio non mi interessa. Nella mia famiglia sono tutti juventini, ma io non guardo le partite. Ho pensato che fosse un buona opportunità per rilanciare la visibilità del mio Ateneo. La foto con lui l’ho fatta per mio nipote, che è juventino pure lui, mi aveva chiesto di portagli l’autografo”.

Grego Bolli: “Esame Suarez? troppo clamore”

In questi mesi sono venute fuori indiscrezioni di ogni sorta dalla Procura di Perugia, che pare sia alla ricerca di una “talpa” che avrebbe convinto la Juventus a non tesserare Suarez dopo essere venuta a conoscenza dell’inchiesta. In realtà, la dirigenza bianconera lo ha mollato nel momento in cui ha capito che non ci sarebbero stati i tempi per inserirlo nella lista Champions. E poi non è la prima volta che si tratta un giocatore e poi lo stesso non viene tesserato. L’ex rettrice di Perugia, intanto, esce da questa vicenda totalmente distrutta: “Non mi riavvicinerei al mondo del calcio. Se ritornasse un Suarez a chiedere di fare l’esame, direi di no. Non per Suarez, ma per il clamore che si porta dietro il calcio. Sono uscita provatissima da questa storia”, ha proseguito.

Nessun esame facilitato per Suarez

Quanto all’esame in sé, poi, la Bolli ribadisce: “Non ho avuto alcun ruolo nella preparazione né dell’esame, né del certificato consegnato a Suarez il 22 settembre. Il livello B1 richiede una capacità di farsi capire a livello medio-basso. Suarez, essendo ispanofono, era facilitato come comprensione e produzione lessicale. Durante la pandemia, inoltre, l’esame di B1 si tiene solo in forma orale e dura circa 12 minuti. A queste condizioni risulta più accessibile, tant’è che tra giugno e luglio nessuno dei 60 candidati che lo ha sostenuto – aggiunge – da noi è stato bocciato. Avendo studiato, Suarez poteva superare un B1”.