giancarlo_abeteIl dossier per Euro 2016 è pronto, ma la candidatura italiana resta a rischio. Ancora di più dopo la brutta figura di domenica scorsa con diversi stadi impraticabili a causa della neve.\r\nIeri nel consiglio federale della Figc è approdato il dossier preparato dal team di Michele Uva: 400 pagine fitte, divise in 19 capitoli. Uno solo dedicato agli stadi. E uno solo, quindi, che preoccupa il governo del calcio. Per il resto – dicono gli addetti ai lavori – «l’Italia è ricca di eccellenze, dall’ospitalità ai trasporti». A patto che non nevichi, ovvio. Nessuno numero ufficiale, ma i rumor sembrano confortanti: per mettere a norma i 10 stadi italiani (Roma va bene così, mentre a Torino i lavori, iniziati, sono già stati finanziati) servono almeno 400 milioni di euro. Poca roba rispetto al miliardo e 900 milioni necessari in Francia (150 milioni finanziati dal governo). Eppure le incognite non mancano. Se una profonda opera di ristrutturazione è fondamentale per evitare le figuracce domenicali e per aiutare i bilanci delle squadre nostrane ancora tivùdipendenti (all’estero i proventi da stadio coprono fino al 30% del budget) non si può nascondere il nodo delle risorse.\r\nIl ricordo di Italia 90 brucia ancora, come i 1.250 miliardi di lire (600 milioni di euro) spesi per stadi oggi inutibilizzabili: solo Bari, Milano e Roma, sono infatti a norma. Il governo potrebbe mettere sul piatto non più di 25 milioni di euro, il resto sarebbe – sulla carta – a carico delle amministrazioni locali che hanno presentato i progetti. Poi, l’approvazione della legge sugli stadi potrebbe accelerare l’ingresso in campo delle squadre. «Il via libera alla legge – dice Maurizio Beretta, presidente della Lega Calcio – farebbe pensare sul serio ad Euro 2016, altrimenti rischiamo di non scendere neppure in campo». L’approvazione della Butti-Lolli però non è la soluzione di tutti i mali: «È importante – fa eco il presidente della Figc Giancarlo Abete –, ma non determinante. Non basta se poi non c’è il percorso virtuoso degli enti locali e delle società interessate». Chiamato in causa, Rocco Crimi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport, ha sottolineato il suo impegno personale e del governo per arrivare all’approvazione delle norma entro fine gennaio e poi dice: «Ci attendiamo che tutti i soggetti interessati diano un contributo efficace. La candidatura, infatti, come noto, viene promossa dalla Figc. Il governo può solo sostenerla».\r\nIntanto Abete ha ribadito che «il dossier per Euro 2016 va regolarmente avanti, il termine per presentarlo è il 15 febbraio» negando quindi che i disagi causati dal maltempo possano incidere nella corsa italiana alla candidatura per gli Europei. Dalla Figc, poi, spiegano che tutte le città candidate (sono uscite dal lotto Genova e Bologna, sono entrate Parma e Cesena) hanno presentato progetti con i requisiti necessari, a cominciare da quella legacy che chiede l’Uefa perché i nuovi stadi non siano cattedrali nel deserto, ma infrastrutture aperte alle città.\r\nIn attesa che il dossier venga presentato all’Uefa a febbraio Crimi ricorda che «per l’assegnazione dell’Europeo conteranno anche altri fattori tra cui gli equilibri di forza a livello internazionale». E non a caso il sottosegretario cita i mondiali di rugby del 2015: «Il governo preparò in due giorni una legge per garantire le fidejussioni necessaria, ma i mondiali non ci sono stati assegnati nonostante fossimo l’unico paese in regola». Insomma la corsa contro la Francia resta in salita. Anche dopo l’approvazione della legge.\r\n(Credits: Ilsole24ore)