Esclusiva – Beccantini “Un bomber da 20 gol, un vice Pirlo e un laterale sinistro per una Juve al top”

(di Mirko Nicolino) La Juventus è tornata nell’elite del calcio e dalla prossima stagione giocherà la massima competizione europea, la Champions League, senza passare dai preliminari. Ma le soddisfazioni potrebbero non essere finite qui per Conte e compagnia, che nelle prossime cinque gare di campionato hanno tre punti di vantaggio sul Milan da amministrare, nonché una finale di Coppa Italia tutta da giocare contro il Napoli il 20 maggio all’Olimpico di Roma. Per fare il punto sulla stagione sin qui esaltante della Juventus, abbiamo contattato Roberto Beccantini, una delle più grandi firme del giornalismo sportivo italiano, che ci ha rilasciato un’intervista esclusiva.\r\n\r\nJuventus a +3 sul Milan a 5 giornate dalla fine. Quest’estate ci avrebbe scommesso un euro?\r\n«Nemmeno un centesimo. Nella mia griglia d’agosto, la Juventus occupava il sesto posto, dietro Milan, Inter, Napoli, Lazio e Udinese».\r\n\r\nIntanto qualcosa si può già «festeggiare», ossia la qualificazione in Champions League dalla porta principale, dopo due anni di purgatorio.\r\n«Vero, e non è roba da poco».\r\n\r\nDando per scontato il valore del lavoro di Conte, cos’altro ha fatto fin qui la differenza nel «nuovo corso» bianconero?\r\n«In ordine sparso: la società, lo stadio, Pirlo, la fame del gruppo, la possibilità di concentrarsi esclusivamente sul campionato, la fortuna legata a qualche episodio».\r\n\r\nSicuramente qualche punto in più lo ha portato lo Juventus Stadium. C’è stato? Quali sono le sue impressioni sull’impianto bianconero?\r\n«Certo. Non ci sono ancora stato, ma in tv mi ha suscitato emozioni fortissime. Non è più un luogo “comune”: è una casa, una tana. Come per tutte le grandi d’Europa».\r\n\r\nQuanti cosiddetti top player mancano a quest’organico per essere competitivo in Europa la prossima stagione?\r\n«Un attaccante da venti gol sicuri, un vice Pirlo, un esterno sinistro, anche se c’è sempre l’opzione Chiellini e De Ceglie sta facendo bene».\r\n\r\nNel caso in cui la Juventus dovesse completare il miracolo e raggiungere il tricolore, c’è già di chi parla delle prossime casacche e della possibilità di «griffarle» con la terza stella. Nessuna regola lo vieta (del resto il Milan le personalizza ogni anno con una dicitura non riconosciuta da alcun organo sportivo), ma per questioni di opportunità la Lega, Figc e Coni potrebbero trovarlo sconveniente. Si sta forse dando troppa importanza a un «simbolo»?\r\n«C’è simbolo e simbolo, e comunque sì, sono mediamente importanti. Nel caso specifico, ci sono sentenze sportive che, per quanto discutibili, dovrebbero escludere una simile eventualità. Gli scudetti “sarebbero” ventotto. Stiamo parlando di simboli ufficiali, non aziendali o familiari».\r\n\r\nChe idea si è fatto sull’«affaire Del Piero», si discute tanto sull’opportunità delle dichiarazioni di Agnelli nel corso del cda dello scorso ottobre, nonché dell’ultima intervista di Alex a Vanity Fair. E’ azzardato parlare di un amore ventennale finito male?\r\n«Voglio sperare che sia azzardato. Ci mancherebbe pure che finisse male. Il titolo potrebbe essere: Agnelli uno, Del Piero uno. Il capitano ha scritto l’epopea della Juventus. Per entrare nella storia, bisogna uscire dalla cronaca. Chiedere che nessuno sbagli l’ultima mossa, è chiedere troppo?».\r\n\r\nCi lascia un suo pensiero flash sulle vicende relative al calcioscommesse e all’eventuale coinvolgimento di Conte per «omessa denucia»?\r\n«Il marcio di Scommessopoli, da verificare caso per caso, è uno spaccato del nostro calcio. Questo è, questi siamo. Al posto di Conte non avrei parlato di “manovre destabilizzanti”, ma emotivamente ci sta. Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso, aspettiamo i deferimenti del procuratore Palazzi. Non credo ai complotti».