Errare è umano, perseverare non è da Juve

Checché ne dica mister Pirlo, è una Juve Ronaldo-dipendente e che stacca spesso la spina: la storia dell’esperienza non convince

Dopo 8 partite giocate (senza contare il 3-0 a tavolino con il Napoli) la Juventus di Andrea Pirlo ha conquistato 3 vittorie e 5 pareggi. Eppure il calendario era molto favorevole ai campioni d’Italia che a parte Roma e Lazio, hanno affrontato Sampdoria, Spezia, Cagliari, Crotone, Benevento e Verona. Con solo 7 reti subite, i bianconeri hanno la migliore difesa del campionato (assieme all’ottimo Hellas di Ivan Juric), ma il 5° attacco dietro Milan, Inter, Sassuolo e Roma. Pirlo nel post partita di Benevento ha sottolineato che la sua squadra non sia Ronaldo-dipendente, invece è proprio così: senza CR7 o segna Morata oppure non segna nessuno.

Dybala mezzala perché lo vuole lui

Spiace per Paulo Dybala, che meriterebbe un capitolo a parte, ma come dimostrano le “heatmap” (quei grafici che indicano quali parti del campo calpestino maggiormente i calciatori) confermano che qualcuno dovrebbe chiudere scusa ad Allegri prima e a Ronaldo poi. Sì, perché da anni sentiamo dire che la Joya occupa una posizione più da mezzala destra che da attaccante perché glielo chiedeva il tecnico livornese o perché il portoghese “gli ruba gli spazi e lo costringe ad arretrare”. Allegri non c’è più da due anni, Ronaldo ieri era a Torino a riposo eppure Dybala ha calpestato le stesse zone del campo di sempre. Vedere grafico sottostante.

dybala heatmap benevento-juventus

Tornando a Ronaldo, purtroppo, la storia contraddice senza possibilità di smentita mister Pirlo: anche quando decidi di farlo riposare, il cinque volte pallone d’oro lo devi portare con te almeno in panchina. A parte che dalle sue parole non si è ancora capito se il numero 7 si sia messo a riposo da solo in pratica o se sia stata una scelta tecnica, ma tant’è. A Crotone, col Verona e col Benevento senza Ronaldo non si è avuta la forza di chiudere la partita. Contro lo Spezia, un CR7 reduce da 20 giorni di Covid è entrato in campo e in pochi minuti ha chiuso i conti da solo. Del resto, gli dai oltre 30 milioni l’anno anche per questo…

Alla Juve manca davvero esperienza?

La classifica è ancora corta e per fortuna in un campionato livellato verso il basso c’è tempo per recuperare, ma le occasioni gettate alle ortiche ora cominciano ad essere davvero tante. Se errare è umano, perseverare non è di certo da Juve. Troppo spesso si vede una squadra di sarriana memoria, che anziché chiudere la partita, stacca la spina facendosi infilare anche da avversari improbabili, che riescono così ad avere materiale sufficiente per i racconti ai futuri nipoti. Ovviamente le responsabilità vanno sempre equamente divise, ma il non riuscire a giocare bene due partite di fila, ad essere solidi con continuità nell’arco della stessa gara è un qualcosa cui deve lavorare il mister.

E’ vero, ci sono tanti elementi nuovi e giocatori che non hanno molta esperienza, ma i vari Morata, Dybala, Rabiot, Ramsey non è che siano poi dei ragazzini avendo un range di età tra 26 e 29 anni e tante partite internazionali nella testa e nelle gambe. Insomma, questa scusante non sembra reggere, piuttosto mi preoccupa il calo di Kulusevski, che non sembra più il calciatore esplosivo di inizio stagione. Soprattutto quando entra a gara in corso, lo svedese si vede dalla faccia che è spaesato. Non trova la posizione, va in affanno, commette tanti falli, davvero non da giocatore pagato 44 milioni. Che sia forse stato caricato troppo presto di responsabilità che non è in grado di supportare? La maglia della Juve non ha lo stesso peso di quella del Parma…