Cagliari-Bastia, Parma-Spal e ieri Catania-Iraklis: c’erano una volta le amichevoli. il clacio italiano ha già perso prima ancora di cominciare la stagione, se tra tifosi e calciatori in campo serpeggia già l’odio prima ancora che le partite che contino si intravedano alla distanza. Fa male parlare di questi avvenimenti, piuttosto che delle gesta dei campioni in campo, ma se stigmatizzare serve a far crescere culturalmente e sportivamente qualcuno, lo facciamo volentieri. Al di là dei singoli episodi, e indipendentemente da chi siano partiti i focolai di rissa, pseudo-tifosi, calciatori in campo, dirigenti a bordo campo, ciò che conta è che il calcio italiano è altamente malato. E il ministro Maroni vive probabilmente su Marte, se pensa, come ha affermato ieri, che “tra 3 anni saranno tolte le barriere e gli stadi italiani saranno come quelli inglesi”. In Inghilterra hanno avuto i morti, hanno fermato il campionato (per lungo tempo) e sono ripartiti da zero con fermezza e rigore. Anche noi abbiamo avuto i nostri morti, il calcio non si è fermato (se non per qualche ora) e poi siamo ripartiti, peggio di prima. Colpa dei soliti “poteri forti” si sente dire in giro. Nessuno, però, ne fa il nome. Piaccia o non piaccia, non c’è soluzione, non la si vuole trovare, o se la si trova la si evita. E’ sempre stato così e sempre sarà in Italia.\r\n\r\n
LA RISSA IN CATANIA-IRAKLIS DI IERI\r\n\r\n\r\n
GLI INCIDENTI IN CAGLIARI-BASTIA DI QUALCHE GIORNO FA\r\n