Paulo Dybala non si è presentato al primo allenamento dopo la rottura con la Juventus. Non è dipeso però dal suo volere, poiché purtroppo è stato costretto dalla Procura di Torino, che nell’ambito dell’inchiesta “Prisma” ha avviato una serie di audizioni nei confronti di calciatori bianconeri. L’accusa sta ora indagando sugli accordi per il rinvio di alcune mensilità durante il Covid e i magistrati sono sicuri che fosse prassi della Juventus distruggere dei documenti che ora non si trovano. Non è che forse non sono mai esistiti?
Sta di fatto che il primo ad essere sentito è stato proprio Dybala, fresco di delusione nei confronti della dirigenza e della proprietà della Juve. L’argentino ovviamente non è indagato, ma è stato sentito solamente come persona informata sui fatti. Secondo i pm Ciro Sartoriello, Mario Bendoni e l’aggiunto Marco Gianoglio, la società torinese avrebbe spostato in avanti il pagamento di alcuni stipendi (4 per la precisione) senza inserire la cosa correttamente a bilancio. Accusa ovviamente tutta da dimostrare, poiché essendo quotata in borsa la Juventus è costantemente al vaglio da parte di organi di garanzia.
Dalle plusvalenze, insomma, le indagini si spostano su altri versanti, alla disperata ricerca di qualche appiglio. Ad oggi, l’unica certezza è che anche la giustizia sportiva ha ritenuto che le plusvalenze della Vecchia Signora, non siano servite a migliorare i bilanci per l’iscrizione ai campionati. Nei prossimi giorni saranno ascoltati altri tesserati della Juventus.