Paulo Dybala intervistato dal ‘New York Times’: il numero 10 della Juventus è ormai uno dei leader dello spogliatoio bianconero e rispondendo ai giornalisti americani, ha parlato senza titubanze di Champions, mercato e futuro. È inevitabile che la nuova Juve riparta dalla finale di Cardiff, che sembra aver lasciato qualche strascico anche nella notte di Roma, con la Supercoppa persa contro la Lazio.
“Avevamo battuto grandi squadre nel nostro cammino – dice subito Dybala – Non avevamo mai subito più di due gol, ma il Real Madrid ce ne ha segnati 3 in 45 minuti, 45 minuti che hanno distrutto tutto. Ho continuato a pensare che fosse un incubo, sperando di svegliarmi. Il dolore per aver perso quella finale rimarrà con me fino a quando non riuscirò a sollevare quel trofeo. Ma nel calcio c’è sempre l’opportunità per rifarsi, sarò molto più tranquillo quando ci riuscirò”.
Anche questa estate le voci di mercato attorno all’argentino non sono mancate: per tante settimane l’ex Palermo è stato accostato a Real Madrid e Barcellona, poi è arrivata la maglia da numero 10 e un ruolo ancora più importante nello spogliatoio. E soprattutto quella frase dopo la Supercoppa persa: “Se il presidente vuole resto qui a vita”.
“Io so che le voci di mercato sono solo parole – sottolinea ancora Dybala – , ma come lo spiego alla mia famiglia? Ai miei amici di Cordoba? Loro leggono i giornali, sentono le notizie in televisione e pensano che sia tutto vero, che da un giorno all’altro io possa andare al Real Madrid o al Barcellona. Mi chiedono se vado, se resto, se prenderò il posto di Neymar. È difficile spiegare queste cose. La Juventus è un grandissimo club, al livello del Barça”, conclude. Insomma, il messaggio è chiaro: a meno che qualcuno non voglia venderlo, la ‘Joya’ non si muove.