Dramma per la famiglia Di Maria: riempito di botte e lasciato morire | L’ambulanza non è servita a niente

Angel Di Maria – foto LAPRESSE – Jmania.it

La famiglia Di Maria piange la vittima in Argentina: pestaggi e colpi d’arma da fuoco in uno scenario raccapricciante

Angel Di Maria è oramai al tramonto della sua fantastica carriera. Un percorso straordinario nei migliori club europei al mondo e con l’Albiceleste, caratterizzato dalla vittoria di ben 34 trofei, tra cui i più celebri, la Coppa del Mondo e la Champions League.

Il suo sogno è sempre stato chiudere la sua professione da giocatore del Rosario Central. Si tratta della squadra del suo paese e quella in cui ha esordito facendosi conoscere in tutto il mondo; un desiderio che difficilmente diventerà realtà.

La conferma dell’impossibilità dell’operazione è stata data nelle ultime settimane con lo striscione esposto ai genitori del classe 1988, dopo che aveva espresso la volontà di voler ritornare in patria una volta terminata la sua esperienza al Benfica.

“Dite a vostro figlio Angel di non tornare più a Rosario, perché altrimenti uccideremo un membro della sua famiglia”. Queste le parole scritte che hanno tottalmente terrorizzato la sua famiglia. Un gesto inaccettabile e totalmente da condannare.

Le indagini

La polizia della provincia di Santa Fe, alle prese dai continui episodi di violenza e di traffico di droga avvenuti nell’ultimo periodo, ha avviato le indagini dopo che un’auto ha lanciato il presunto cartello dinanzi la porta d’ingresso della casa di campagna del calciatore.

Il messaggio è ben chiaro e non è la prima volta che viene inviato. Anche la famiglia di Lionel Messi, storico compagno di Nazionale di Di Maria, ha subito le medesime intimidazioni. Il club si è mostrato vicino all’ex PSG, Real Madrid e Manchester United, ma è una situazione più grande di loro, impossibile da gestire.

Angel Di Maria – foto LAPRESSE – Jmania.it

Episodio raccapricciante

Attualmente la città di Rosario è totalmente sottosopra ed in balia della criminalità. Ad asserire la tesi è l’ennesimo episodio avvenuto negli ultimi giorni, che ha visto scontrarsi varie fazioni del gruppo di sostenitori del Rosario Central, portando alla morte uno dei membri.

Si tratta di Andrès Pillín Bracamonte, il leader storico dei tifosi Canalla, attaccato in seguito al match contro il San Lorenzo. Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, il suddetto alla guida del suo pick-up bianco è stato affiancato da una motocicletta e successivamente picchiato e colpito da un’arma da fuoco. Un’altra vittima in un contesto che sta diventando sempre più pericoloso e dal quale i calciatori ed i loro cari dovranno rimanere più lontani possibile per preservare la loro incolumità.