Diritti TV del calcio, si cambia: -41 milioni per la Juventus

Con la revisione della legge Melandri voluta dal ministro Lotti, alla Juventus saranno sottratti tanti soldi dei diritti TV e dati alle “piccole”

La nuova legge sui diritti TV del calcio sottrarrà alla Juventus 41 milioni di euro e li ridistribuirà ad altre società. Secondo quanto riporta oggi il quotidiano ‘La Repubblica’, si tratta di quella che qualcuno definisce “riforma democratica”, una revisione della legge Melandri voluta fortemente dall’attuale Ministro allo Sport, Luca Lotti. Tra grandi e piccoli club, dunque, ci sarà una distanza minima nella distribuzione dei diritti televisivi, con l’obiettivo di rendere più interessante ed equilibrato il campionato di Serie A.

Una riforma destinata ad avere ben pochi effetti, in realtà, poiché tra le big (Juventus su tutte) e le altre, si è ormai scavato un solco che di certo gli introiti televisivi da soli non possono colmare. Il calcio italiano è trainato dai bianconeri e non è raro il caso in cui gli spettatori che seguono le partite della Vecchia Signora siano quanto quelli che seguono tutti gli altri match di Serie A della giornata messi assieme. Insomma, non tutti i “prodotti” hanno lo stesso valore e la stessa resa e il “prodotto Juve” rende più di tutti. Comunque sia, il Ministero dello Sport è convinto di introdurre così maggiore democrazia nel calcio italiano e se attualmente l’ultima della classifica incassa un quarto della prima, dopo la riforma il rapporto sarà di un euro a due.

Diritti TV calcio: come cambiano i parametri

Cambiano i parametri di distribuzione, quindi: la percentuale distribuita equamente passa dal 40% al 50% e in base alle cifre dell’ultimo accordo siglato con le TV dalla Serie A, i club si dividerebbero allo stesso modo 462 milioni su 924. Addio alla percentuale del 5% assegnata in base ai residenti nella città di appartenenza, ad essere penalizzate saranno sostanzialmente le grandi squadre.

Il 30% dei diritti televisivi, nelle intenzioni della riforma, si dividerà in base ai risultati, ossia il 15% per l’ultima stagione, il 10% in base ai risultati degli ultimi 5 campionati e il 5% sui risultati a partire dalla stagione ‘46-47 a oggi. La quota che premia il radicamento sociale scende dal 25 al 20% e dipenderà dal numero degli spettatori paganti negli ultimi 3 campionati. Affinché la riforma sia operativa, c’è bisogno però del decreto attuativo e in attesa che la legge sia approvata dal Senato, i grandi club proveranno a fare pressione per recuperare una fetta di quanto perso.

Al momento, la società più penalizzata sarebbe la Juventus, che perderebbe qualcosa come 41 milioni di euro di proventi dai diritti TV. Secondo quanto calcolato da ‘Calcio & Finanza’, Milan e Inter perderebbero 16 milioni a testa, 8 milioni la Roma, più o meno come il Napoli, mentre alla Lazio sarebbero sottratti solo 3 milioni. Sorridono, invece, Atalanta, Verona, Udinese, Samp e Genoa, che otterrebbero 8 milioni a testa in più. Sette milioni in più nelle casse di Fiorentina, Bologna, Chievo, Crotone e Sassuolo, 4 andranno a Benevento, Spal e Cagliari, mentre il Torino si accontenterebbe di 2-3 milioni in più.