Dopo l’1-1 in campionato all’Ezio Scida di Crotone, la Juventus di Andrea Pirlo (qui la sua intervista post partita) si riscatta all’esordio in Champions superando la Dinamo Kiev grazie a un 2-0 che lascia ben sperare. Nel corso della prima frazione di gara i Bianconeri creano quattro-cinque occasioni da gol proponendo un buonissimo calcio, attraverso un totale controllo della partita e una frequente ricerca dell’ampiezza con cambi di gioco mirati ad attaccare il lato debole degli ucraini. La Vecchia Signora, in fase di non possesso, alterna un pressing ultraoffensivo a un atteggiamento volto a fare densità in mezzo al campo. Di fronte, un avversario che si schiera (quasi) sempre con dieci uomini dietro la linea della palla, praticamente mai pericoloso dalle parti di Szczęsny.
Nei secondi quarantacinque minuti, in seguito al gol di un brillante Morata, Madama tiene sempre le redini del match, seppur mollando un po’ la presa. Poi, ecco il secondo sigillo di Álvaro Morata, che chiude definitivamente i conti. Nel finale, qualche piccola apprensione dovuta a un lieve calo di concentrazione, aspetto sul quale è d’obbligo lavorare alacremente in vista del prosieguo della stagione. Promossi a pieni voti, su tutti, Cuadrado, Chiesa, Ramsey e Morata, protagonisti di un’ottima prestazione. Dunque, al netto di qualche errore tecnico di troppo, che in alcuni frangenti ha imbruttito la manovra, la Juve può ritenersi comunque soddisfatta della prova di stasera.
Promosso anche Andrea Pirlo, al suo debutto da allenatore in Champions League. Oggi era indispensabile (ri)trovare l’equilibrio tra fase di possesso e fase di non possesso, oltre ovviamente a creare il maggior numero di occasioni da rete e, soprattutto, a capitalizzarle. Certo, al cospetto dei campioni d’Italia non si è presentato il Dream Team, ma nemmeno la Longobarda di Oronzo Canà e neppure la Nazionale Italiana Cantanti. Pertanto, aver prodotto un significativo numero di palle-gol, e aver concesso tutto sommato nulla alla Dinamo Kiev, era un obiettivo di fondamentale importanza. Tre punti in saccoccia e un buon biglietto da visita per l’Europa che conta. Il ritorno a Torino, per i ragazzi di Pirlo, sarà felice.